La vicenda di Giulianova si arricchisce di particolari che chiariscono maggiormente il contesto in cui un atto di devozione è divenuto un (presunto) reato.

Da fonti locali riservate apprendiamo che l’intervento dei Carabinieri non è stato spontaneo ma è avvenuto a seguito delle segnalazioni di alcuni soggetti, forse attivisti civici o della Sinistra extraparlamentare. A quel punto, i Carabinieri si sono recati sul posto, hanno constatato quanto stava accadendo ed hanno stilato un rapporto per la Procura: si tratta di atti dovuti. Il rapporto non è ostensibile in quanto atto di indagine, perciò al momento non si può sapere cosa vi sia scritto e se e quante persone siano state identificate o riconosciute: ricordiamo che si tratta di sacerdoti, amministratori (tra i quali il Sindaco) e quattro giornalisti che svolgevano il servizio di informazione per un fatto comunque significativo per la comunità giuliese.

Il reato per cui si procede, presumibilmente, è l’art. 650 C.P. (inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità) in quanto i soggetti presenti in chiesa avrebbero costituito un assembramento, vietato dalle norme vigenti. Si tratta di una fattispecie perseguibile d’ufficio: ciò significa che, non appena la Procura ne ha notizia, deve aprire un fascicolo a carico delle persone menzionate nel rapporto come possibili rei, che saranno indagate ad ogni effetto di legge; a valle delle indagini, il PM potrà decidere se archiviare il procedimento o formulare l’imputazione.

Ora, al di là dei profili tecnici, appare davvero folle che in un momento tanto delicato ci sia qualcuno che ritenga di occupare i Carabinieri con segnalazioni degne del Partito Comunista Cinese che, oltre che ferire la religione e la devozione, costituiscono un’offesa al buon senso. Ci auguriamo che quelle stesse persone che si sono sentite animate da “senso civico” spendano più proficuamente il loro tempo, magari per aiutare qualcuno che, con la clausura forzata, si trova in difficoltà. Che preghino per loro e per la loro città, non possiamo davvero pretenderlo.

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