Il Comitato Verità e Vita è da sempre un punto di riferimento per la retta bioetica, nella difesa integrale della vita umana dal concepimento alla morte naturale. Il giorno 8 marzo 2020, ha rilasciato questo condivisibilissimo comunicato stampa sulle linee guida[1] emanate dalla SIAARTI (Società Italiana Analgesia Anestesia rianimazione e Terapia Intensiva) che aprono spiragli inquietanti per l’attentato alla vita dei più deboli. Radio Spada rilancia il comunicato stampa, auspicando che all’attuale situazione di emergenza non si trovino soluzioni disumane a spese dei più vulnerabili, che sono poi i soggetti maggiormente esposti al virus.
- La SIAARTI, la Società Scientifica di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva, ha emanato delle Raccomandazioni di etica clinica dirette agli operatori correlate all’emergenza creata dal Covid-19 (SIAARTI – Covid19). In nome della “straordinarietà della situazione” e della possibile insufficienza dei posti-letto, si propone brutalmente di non permettere l’ingresso in Terapia Intensiva di anziani affetti dal virus, soprattutto se già portatori di altre patologie o in condizioni precarie, nonché di interrompere la Terapia intensiva in atto nei loro confronti, anche se ancora utile; azioni da porre in essere anche in presenza di altri posti-letto disponibili, per riservarli ad eventuali altri pazienti più giovani. I criteri sono quelli di “giustizia distributiva” e di “appropriata allocazione delle risorse sanitarie limitate”: occorre la “massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone”, per cui è opportuno “riservare risorse ha chi ha più probabilità di sopravvivenza e a chi può avere più anni di vita salvata”. Insomma: curare gli anziani con la Terapia Intensiva costa troppo e non vale la pena (tanto dovrebbero morire dopo pochi anni…).
- Sgombriamo il campo dalla giustificazione della emergenza: viene proposto un criterio che “riguarda tutti i pazienti intensivi, non soltanto quelli affetti da Covid-19”. È una soluzione utile per tutti i casi di budget sanitario limitato: non curare al meglio chi ne ha necessità attuale ma, piuttosto, negare preventivamente agli anziani le terapie migliori. Uno strumento duttile: non è indicata l’età limite per accedere alla Terapia Intensiva, cosicché – a seconda del budget sanitario disponibile – questo limite potrà salire o scendere. Tutto questo dovrebbe avvenire a prescindere dalla volontà del paziente e dalla sua volontà di essere curato nel migliore modo possibile, anche con la Terapia Intensiva.
- Come stupirsi? Abbiamo capito benissimo che l’enfatizzazione del consenso informato e l’esaltazione dell’autodeterminazione di ciascuno, fino al suicidio, sono “specchietti per le allodole” per nascondere la realtà opposta: l’eutanasia non consensuale delle persone che appartengono alle categorie dei soggetti “inutili”, malati, anziani, disabili. La legge 219 del 2017 non a caso, permette ai rappresentanti legali di rifiutare le terapie salvavita sui minori e incapaci. Chi ha scritto queste Raccomandazioni ha il merito di avere posto la questione esplicitamente: gli anziani e le persone fragili “valgono” meno dei più giovani e più sani, tanto che non “vale la pena” di curarli efficacemente e salvare loro la vita; poiché le risorse sono limitate, non possono essere utilizzate per questi anziani “testardi” che non hanno ancora capito quando è il momento di farsi da parte …
Il
Comitato Verità e Vita denuncia questo nuovo passo verso l’eutanasia legale,
esercitata direttamente dai medici sulla base di criteri di valore dagli stessi
decisi. La morte per mancata sottoposizione alla Terapia Intensiva necessaria
e disponibile dovrà essere
addebitata come omicidio. Non sono i medici a decidere se “vale la pena” curare
una persona! L’obbligo di curare è assoluto! La società si interroghi sulla
china che abbiamo preso e sugli effetti di avere negato il valore di ogni vita
dal concepimento fino alla morte naturale.
[1] https://comitatoveritaevita.it/wp-content/uploads/2020/03/SIAARTI-Covid19-Raccomandazioni-di-etica-clinica.pdf
M. L. (da leggere alla romanesca)!
Quindi un 72enne semicardiopatico ha da morí…
Ari li M. L.!!!!
L’eutanasia necessaria e’ quella volontaria, con dichiarazione esplicita in caso di perdita di coscienza, non quella applicabile a persone che non hanno espresso la preferenza.
In questo caso pero’ si parla di altro caso, cioe’ usare le risorse che possono rivelarsi insufficienti nel modo piu’ produttivo possibile.
“Può rendersi necessario porre un limite di età all’ingresso in TI. Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata, in un’ottica di massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone. In uno scenario di saturazione totale delle risorse intensive, decidere di mantenere un criterio di
“first come, first served” equivarrebbe comunque a scegliere di non curare gli eventuali pazienti successivi che rimarrebbero esclusi dalla Terapia Intensiva.”
Dal PDF dell’articolo sopra.
Se si critica una scelta, e’ anche opportuno riportare il ragionamento che ha portato a quella conclusione, se ce n’e’ uno.
Togliere il contesto non aiuta ad una discussione costruttiva.
Chiamare la polizia se uno sta cercando di tagliare un piede al vicino puo’ avere senso se questo e’ in casa a farsi i fatti suoi e gli e’ appena entrato uno schizofrenico dalla finestra. Molto meno se e’ in sala operatoria e un chirurgo gli sta amputando un piede per evitare il diffondersi di cancrena per diabete.
@ Dan
Quindi “[si tratta] di riservare risorse […] a chi può avere più anni di vita salvata”
Lo decide lei o NSGC chi può avere più anni di vita salvata tra un 20enne o un 72enne?
E se quel 20enne salvato, esce dall’ospedale e crepa investito da un bus mentre il 72enne muore perché gli si è negata la precedenza?
Egoismo per egoismo: non c’è più posto in TI? Chissenefrega! Sono arrivato prima io, un 72enne!!!!
Il (non) parallelismo del “piede”, poi, è assolutamente fuori luogo.
Confermo: M.L.!!!
Ha ragione lei, caro Signor Lister!
Il commento del signor Dan manca sia di umanità che di visione soprannaturale!
Però, anche ad essere materialisti ed utilitaristi, un commento come quello del signor Dan ha delle pesanti lacune logiche:
Posto che la vita umana ha sempre il medesimo valore ad ogni età, la logica vuole che, SE ANCHE DOVESSE PASSARE LA MOSTRUOSITA’ DI NON INTUBARE GLI ANZIANI IN PERIODI DI FORTE SOVRAFFOLLAMENTO, allora ci dovrebbe essere un AVVISO PREVENTIVO da parte dello Stato E UNA RIDUZIONE DELLA TASSAZIONE SANITARIA AGLI ANZIANI.
Non è logicamente concepibile che si pretenda da loro che paghino come i giovani avendo in cambio meno tutele (senza considerare che hanno già pagato per svariati decenni).
“In nome della “straordinarietà della situazione” e della possibile insufficienza dei posti-letto, si propone brutalmente di non permettere l’ingresso in Terapia Intensiva di anziani affetti dal virus, soprattutto se già portatori di altre patologie o in condizioni precarie, nonché di interrompere la Terapia intensiva in atto nei loro confronti, anche se ancora utile; azioni da porre in essere anche in presenza di altri posti-letto disponibili, per riservarli ad eventuali altri pazienti più giovani.” : CI SPIEGHI IL SIGNOR DAN COSA SI DOVREBBE FARE AI PAZIENTI ANZIANI LASCIATI MORIRE PREVENTIVAMENTE SE GLI EVENTUALI PAZIENTI GIOVANI NON SI DOVESSERO PRESENTARE: SI DISSEPPELLISCONO ED INTUBANO I LORO CADAVERI E POI LI SI RIPORTA IN VITA PER RIMEDIARE AL FATTO DI AVERLI LASCIATI MORIRE INUTILMENTE?
In ogni caso non vedo perché si dovrebbe distinguere fra vite umane da salvare con più o meno priorità in base all’età: in quest’epoca purtroppo si ritiene che la vita umana prima della nascita e quella degli anziani sia una vita di serie umana B: è un ragionamento ingiusto tanto quanto quello di quello di chi riteneva che gli ebrei o i negri (o altre categorie di persone) fossero vite umane di serie B.