Chiacchierata col Guelfo Rosa:
RS: Visto che Bergoglio è tornato su Repubblica?
GR: Un giochino rivoltante, davvero. E badate: stiamo attenti a guardare la luna e non il dito.
RS: Ovvero?
GR: Ovvero: il problema non è tanto la patetica dichiarazione su Fabio Fazio e le tasse. Quella si commenta da sola. Il problema è molto più profondo e consiste, appunto, nel giochino rivoltante che Bergolgio sta facendo con Repubblica. Non so quanto se ne renda conto ma resta un fatto oggettivamente scandaloso.
Ma come? Scalfari, il fondatore del giornale, riferendo di incontri personali ti attribuisce (sullo stesso giornale! A cadenza quasi regolare) eresie e insulti vari alla Fede Cattolica, la tua sala stampa smentisce e tu torni a chiacchierarci e a elogiarne amici e conoscenti?
Con uno che mi attribuisce la frase secondo cui Gesù non è Dio, non vorrei avere più nulla a che fare. Nemmeno un caffè, altro che interviste e pacche sulle spalle ad articolisti che ci informano sulle cose che stanno imparando da questi giorni.
RS: Non c’è dubbio, al netto delle intenzioni, è vergognoso.
GR: Delle due l’una: o sei totalmente fuori dalla realtà oppure il giochino ti va bene eccome. Al massimo si può concedere un mix di questi due aspetti. Ma il risultato non cambia.
RS: Lo abbiamo detto molte volte: il problema delle dichiarazioni passate di Bergoglio a Repubblica è che siano verosimili, prima e a prescindere dal fatto che siano vere.
GR: Precisamente. La signora in coda dal macellaio che dice: “Visto! Ha detto che non crede più che Cristo sia Dio!” e l’altra che risponde: “Eh ma cosa vuole, saranno i giornalisti!” e la terza replica: “Guardate qui! Ha fatto pure una nuova intervista sul quotidiano e ha elogiato Fazio!”.
Tutto diventa una squallida melassa in cui la divinità di Cristo (e altre mille verità messe in dubbio da Scalfari) diventano materia, sostanzialmente, irrilevante. Questione di chiacchiere. Giochini. Quando invece l’unico giochino – rivoltante, insisto! – è quello che fanno questi personaggi. Il problema è che così ogni frase attribuita a chi sta sul soglio di Pietro diventa de facto verosimile.
RS: Del resto non c’è bisogno di esser teologi per conoscere un principio di prudenza essenziale: Schiva l’uomo eretico, dopo la prima e la seconda ammonizione, dice San Paolo nella Lettera a Tito.
GR: Cari miei, è dal Vaticano II che questi principi son passati di moda. Basta leggere qualche testo della sezione Concilio Vaticano II e crisi nella Chiesa postconciliare di RS-Encyclopædia.
schiva l’eretico….in questo caso vi riferite che scalfari dovrebbe schifare ops schivare bergoglione l’apostata…