Su intermarketandmore.finanza.com è uscito un articolo (di Danilo DT) che riporta, commentandoli, alcuni dati ripresi dal National Bureau of Statistics of China. Ne offriamo un estratto ai lettori. Grassettature nostre. Nella parte finale il testo tratta di un tema ambientale che abbiamo sviluppato a parte: Le emissioni calano più grazie al coronavirus che a Greta. Ecco i dati della NASA)
Adesso i dati diventano la tangibile realtà. Mi aspettavo dei numeri negativi, molto negativi, ma ammetto non così tremendi, ben oltre le attese degli analisti che ovviamente già scontavano il fenomeno Coronavirus.
In Cina l’indice Pmi manifatturiero di febbraio è sceso ai minimi record di 35,7, dagli oltre 50 di gennaio e a dispetto di 46 atteso dagli analisti, scontando l’impatto dell’epidemia del coronavirus che ha fatto saltare la catena della produzione e della distribuzione in tutto il Paese. (…)Anche il Pmi non manifatturiero è sceso ai minimi di sempre di 29,6, ha reso noto l’Ufficio nazionale di statistica (Nbs), ben al di sotto del 54,1 di gennaio [Source]
Fate due ragionamenti, cosa può significare su scala globale il congelamento (perché di questo si parla, siamo onesti) della seconda economia del pianeta, con impatti importanti anche sugli altri paesi? Quando pesa per esempio una Cina in quarantena per le più importanti aziende USA?
E quando si faranno due ragionamento in ottica di multipli, come ci si dovrà comportare? Vedremo cosa capiterà adesso.