Dopo anni di lotta luterana-giansenistica condotta dai modernisti contro il “devozionalismo”, il coronavirus ha fatto riscoprire a molti la pia pratica di affidarsi pubblicamente alla Vergine e ai Santi per impetrare la cessazione delle epidemie.
Seguendo l’esempio di molti colleghi e di molti sindaci, anche i presuli Sardi hanno fatto ricorso alle antiche devozioni.
L’Arcivescovo di Cagliari, seguito dal Presidente della Regione, ha invocato l’aiuto del santo Martire Efisio, Patrono della Provincia Ecclesiastica Cagliaritana, che già nel 1656 liberò la città dalla peste dopo il Voto fattogli dalla municipalità e ogni anno celebrato con la festa del 1° maggio.
L’Arcivescovo di Sassari ha affidato la Città alla Madonna della Grazie che, per il Voto formulato nel 1943 (vedi qui) salvò la città dalle bombe dell’ultima guerra mondiale. Inoltre già era stata intronizzata l’Assunta della chiesa dei Minori Conventuali di Santa Maria di Betlem, quella stessa che nel 1528 e tante altre volte lungo i secoli scampò la città dalla peste, grazia che per Voto si commemora ogni anno con la “discesa dei Candelieri” della vigilia dell’Assunta.
L’Arcivescovo di Oristano s’è votato alla Madonna del Rimedio.
Infine il Vescovo di Nuoro, in una col Capitolo, i Parroci e l’intera Diocesi, ha indetto una Novena alla Vergine delle Grazie perché rinnovi la grazia della liberazione dal morbo, quella stessa che fece durante il colera del 1812 e per la quale ogni 21 novembre vengono offerti dalla cittadinanza 12 ceri.
Possano la clemenza di Dio dare a questi Voti e a queste Suppliche l’effetto sperato.
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essendo tutti questi pseudo-vescovi modernisti, che valore hanno i loro gesti?