Rob Mutsaerts, vescovo ausiliare di Hertogenbosch ha firmato una lettera insieme con il capo della sua diocesi per annunicare la sua rinuncia a diversi incarichi alla luce di differenze nella visione degli sviluppi ecclesiali (“in our view of developments within the Church“) . Riferisce ChurchMilitant:
“Specifically, this means that the auxiliary bishop will no longer be a member of the staff of the diocese and the priestly council. He also requested that he no longer be required to attend chapter meetings”
Riferiva Il Timone che secondo Mutsaerts la Chiesa durante il Sinodo per l’Amazzonia si stava “impegnando in qualcosa di diverso dalla sua missione di guidare le persone a Cristo e di ottenere salvezza e perdono per i peccati“. Il vescovo olandese non mancò di far sentire la sua voce anche contro le ipotesi di clero uxorato.
Gli entusiasmi però devono fermarsi qui perché dai discorsi di Mutsaerts, al momento, non si traggono elementi sufficienti a sostenere un rigetto integrale del modernismo, ma solo della sua versione più progressista. Vedendo alcuni riti che ha “presieduto” (guardare ad esempio questo video penoso) si intuisce chiaramente che lo spirito vaticansecondista è largamente presente nella sua formazione. Il rifiuto di aluni elmenti dell’ultra-progressismo è quindi un primo passo ma la strada è ancora lunga.
Per approfondire l’involuzione teologica che dal Concilio Vaticano II ci ha portato al Sinodo amazzonico (e al bergoglismo in genere) è possibile leggere qualche testo della sezione Concilio Vaticano II e crisi nella Chiesa postconciliare di RS-Encyclopædia.