
A darne notizia è Gloria.tv, che a sua volta cita Rorate Caeli (lì potete trovare la copia del documento):
La Congregazione per la Dottrina della Fede ha inviato a tutti i vescovi un sondaggio sull’applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum del 2007. […] Il questionario è stato inviato il 7 marzo e deve essere restituito entro il 31 luglio. Ecco (in sintesi) cosa si chiede:
1. Com’è la situazione nella diocesi sul Messa Antica?
2. Risponde a una necessità o è promosso da un solo prete?
3. Quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi?
4. Vengono rispettate le norme della Summorum Pontificum?
5. Il Novus Ordo ha adottato elementi del Rito tradizionale?
6. Lei [il vescovo] usa il Messale del 1962?
7. Vengono celebrati altri sacramenti nel Vecchio Rito?
8. C’è un’influenza sul seminario?
9. Qual è il suo consiglio sulla Messa Antica?
La mia risposta – da prete cattolico – sarebbe (stata): conosco solo un ‘ motu proprio’, quello antico di san Pio V, quello della Costituzione ‘Quo primum tempore”, quello che esclude ogni compromissione e ogni condizionalità, quello che mi dice di mandare al diavolo chiunque si proponga o anche di sia “permesso con temerario ardimento di violare e trasgredire” quel documento,”: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà [avuto] l’audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo”.
Questi fenomeni di nuovi pastori, non sono da contestare nelle loro azioni, o pretese, ma nel loro essere: non sono, anzi meglio per loro che non fossero mai stati.