Sgombriamo subito il campo: la cosiddetta libertà religiosa non è un diritto ma – intesa in maniera diversa dalla libertas Ecclesiae – è un errore condannato dalla Dottrina cattolica. Il diritto della Chiesa a esistere e a fare apostolato non è una variante delle varie pseudolibertà moderne (tra cui le fantomatiche libertà di pensiero e d’espressione). Per approfondire questi temi rimandiamo all’apposita sezione su RS-Encyclopædia, in cui sono ampiamente spiegati.
Su questo equivoco, da giorni sul palco social-mediatico se ne son viste di tutti i colori: dagli orologi rotti che due volte al giorno segnano l’ora quasi esatta (vedere Mons. d’Ercole e le sue esternazioni riprese trionfalmente qua e là), al radicale Giachetti nelle vesti di defensor fid… anzi no, che vuol leggere il Vangelo San Silvestro a Roma: “Se si fanno delle regole per andare al supermercato è inconcepibile che non si sia in grado di stabilirne per la frequentazione delle chiese”.
E poteva mancare il coerente e chiarissimo intervento bergogliano? Certo che no, ce ne dà notizia Acistampa: “In questo tempo nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perche’ dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni perche’ la pandemia non torni“, avrebbe detto a Santa Marta.
Fateci scendere.