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Testo di Anonimo (raccolto a cura di Piergiorgio Seveso)

Dio, nostro rifugio e nostra forza, guarda propizio al popolo che Ti invoca: e, per l’intercessione della gloriosa e Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, di san Giuseppe, suo Sposo, dei tuoi santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi, esaudisci, misericordioso e benigno, le preghiere che Ti presentiamo per la conversione dei peccatori, per la libertà e l’esaltazione della santa Madre Chiesa. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen. (traduzione italiana dell’orazione delle Preci Leonine)

Quousque tandem abutere, “Giuseppi”, patientia nostra? Fino a quando – imprescindibilmente una cum i tuoi padroni e sodali – ti prenderai così spudoratamente gioco di noi, permettendo, prossimamente, un allenamento
sportivo, la visita ad una mostra e proibendo ciò che noi hai diritto – né oggi né mai – di proibire?
Sicuramente, diffidando di te, fino a quando chi dovrebbe guidarci e difenderci si genufletterà (se ancora conosce il gesto) ai piedi dei tuoi infallibili e iniqui “comitati tecnico – scientifici”, sacrificando , sugli altari del politicamente corretto e del “senso di responsabilità”, i diritti e l’esaltazione della S. Madre Chiesa necessari e propedeutici alla retta conduzione del consorzio umano.
Sicuramente, fino a quando la maggioranza di chi ancora si dice cattolico in questo Paese non si renderà conto della gravità della situazione, le cui cause sono certamente remote.
Non sono, infatti, l’epidemia e il “senso di responsabilità”(disgiunto però dal senso di Fede), dimostrato in questi mesi dalla della gerarchia ecclesiastica (che si si ringrazia della collaborazione), a far sì che ci sia qualcuno che continua a calpestarci come se niente fosse. Se ci calpestano è perché ci odiano, perché odiano la Chiesa, la Libertà, la Fede e la Verità. Non già dal marzo scorso, ma in Italia almeno dal “Risorgimento” e da qualche anno prima.
In attesa, quindi, di trovare un novello Fabrizio Ruffo di Calabria che guidi quaggiù l’esercito della Santa Fede in Colui che è il Dio (l’unico vero) degli eserciti e Capo invisibile della Chiesa, ricapitoliamo almeno tre tappe della distruzione, onde evitare sterili lacrime di coccodrillo, già da ier sera grondanti dagli eccellentissimi miopi occhi.

  • Cavour, 17 marzo 1861
    “Libera Chiesa in libero Stato”. Ammesso lontanamente che sia così (ma non è e non deve essere affatto così!), libero Stato fino al punto di calpestare la Libertà della Chiesa? Contraddizione in termini.
  • Paolo VI e i suoi, 7 dicembre 1965
    Dignitatis Humanae alias libertà religiosa in salsa modernista.
    «Questo Concilio Vaticano dichiara che la persona umana ha il diritto alla libertà religiosa. Il contenuto di tale libertà è che gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte di singoli individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia potestà umana, così che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità ad essa» (Dignitatis Humanae 2,a). Abdicazione degli uomini di Chiesa alle pubbliche prerogative della Chiesa stessa di autentica Madre e Maestra, nonostante gli insegnamenti e le condanne dei loro predecessori (solo per citarne uno: Pio IX Quanta cura e Syllabus). L’errore si vede garantiti gli stessi diritti della Verità in nome del “primato della coscienza”. Apertura del baratro che vedrà gli Stati cattolici essere traditi in mani laiciste.
  • Wojtyla e Craxi, 18 febbraio 1984
    Accordi di Villa Madama: nuovo concordato. Religione cattolica non più religione dello Stato. Cattolicesimo nelle mani dei collaborazionisti conciliari e del “libero” Stato. Un ruolo chiave in questa operazione lo ebbe anche l’Eminentissimo Sig. Cardinale Achille Silvestrini, mentore del buon “Giuseppi”.

Se si mettono in fila queste tre tappe, alla luce del confronto tra la vera dottrina cattolica e la falsa dottrina (il liberalismo) che le ha ispirate e consentite, si arriva ad oggi: riapriranno i musei (con tanti bei quadri di Santi che ormai sono solo oggetti d’arte) e le Messe con concorso di popolo (al netto dell’indubbio vantaggio di proibire quelle Novus Ordo) resteranno sospese, a divinis e ancora sine die. Questione di priorità di chi rinnega la Fede cattolica e promuove una certa vaga “sensibilità religiosa”. Questione di priorità di una ingiusta città terrena. In conclusione, esaminiamo, ricostruiamo, arrabbiamoci anche (se questo serve a farci comprendere la situazione), ma soprattutto preghiamo, non disperando e offrendo tutto per la maggior gloria di Dio. Magari insieme a noi, anche la CEI e i “Giuseppi” di turno si convertiranno.