Il Vangelo del Lunedì Santo ha come protagonista Maria, sorella di Lazzaro (da poco resuscitato da Cristo), nell’atto di ungere i piedi a Gesù. La Santa Chiesa, nel Breviario, ce ne dà una bella interpretazione per bocca del santo Dottore Agostino.

Sei giorni prima della festa di Pasqua Gesù venne a Betania, dov’era Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. Là gli fecero una cena; Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali (Gv 12, 1-2). Affinché nessuno prendesse il morto risuscitato per un fantasma, ecco che Lazzaro si era messo a tavola con gli altri: viveva, parlava, banchettava. La verità era davanti agli occhi di tutti e l’incredulità dei Giudei era confusa. Il Signore dunque era a tavola con Lazzaro e gli altri, mentre Marta, una delle sorelle, serviva.
Maria invece – l’altra sorella di Lazzaro – prese una libbra di un profumo di nardo autentico, di molto valore, e unse i piedi di Gesù, asciugandoli con i suoi capelli, e la casa si riempì del profumo dell’unguento (Gv 12, 3). Abbiamo ascoltato il fatto, cerchiamone ora il significato spirituale. Ogni anima che voglia essere fedele, si unisce a Maria per ungere con prezioso profumo i piedi del Signore. Quel profumo simboleggiava la giustizia; ecco perché pesava una libbra; ed era un profumo di nardo autentico (pistici), prezioso. La parola pistici dobbiamo ritenerla come un’indicazione del luogo da cui proveniva quell’unguento prezioso; né tuttavia questo c’impedisce di considerarla atta ad esprimere magnificamente qualcosa di misterioso. In greco infatti significa fede. Ti sforzavi di compiere le opere della giustizia; ebbene, sappi che il giusto vive della fede (Rm 1, 17). Ungi i piedi di Gesù: segui le orme del Signore conducendo una vita degna. Asciugagli i piedi con i capelli: se hai del superfluo dàllo ai poveri, e avrai asciugato i piedi del Signore con i capelli che, appunto, sono considerati come una parte superflua del corpo. Ecco come devi impiegare il superfluo: per te è superfluo, ma per i piedi del Signore è necessario. Accade che sulla terra i piedi del Signore siano bisognosi. A chi, se non alle sue membra, si riferisce la parola che egli pronuncerà alla fine del mondo: Ogni volta che l’avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me (Mt 25, 40)? Avete erogato ciò che per voi era superfluo, ma avete soccorso i miei piedi.
La casa si riempì di profumo; cioè il mondo si è riempito della buona fama. Il buon odore infatti è la buona fama Coloro che vivono male e si dicono cristiani, fanno ingiuria a Cristo; è di questi che l’Apostolo dice che per colpa loro il nome del Signore viene bestemmiato (Rm 2, 24). Se per colpa loro il nome del Signore è bestemmiato, per merito dei buoni cristiani il nome del Signore viene lodato. Ascoltalo ancora: Noi siamo – egli dice – il buon odore di Cristo in ogni luogo. Anche nel Cantico dei cantici si dice: Un profumo che si espande è il tuo nome (Ct 1, 2). Ma ritorniamo all’Apostolo: In ogni luogo – egli dice – noi siamo il buon odore di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono: per gli uni odore di morte per la morte, e per gli altri odore di vita per la vita. E chi è all’altezza di questo compito? (2 Cor 2, 14-16).
(Sant’Agostino, Commento al Vangelo di San Giovanni, Omelia 50, 5-7)
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