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Tempi post-sinodali. Ciò che a vario titolo sarebbe accaduto dopo Querida Amazonia lo avevamo prefigurato con l’intervento “Esortazione, colpo da maestro modernista: (quasi) tutti cantano vittoria e la rivoluzione avanza”. Poi qualche giorno fa la notizia: Friburgo (Svizzera). Il nuovo vicario episcopale è una donna. Ora un nuovo passo, qualcuno dirà che è una provocazione e forse ha ragione, ma le finestre di Overton funzionano anche con le provocazioni.

A dare l’annuncio sono Repubblica e Riforma.it che arriva a titolare: Una teologa alla guida della diocesi di Lione per denunciare l’invisibilità delle donne nella Chiesa cattolica.

Scrive Repubblica:

La biblista Anne Soupa si è candidata al ruolo di vescovo di Lione, dopo le dimissioni del cardinale Barbarin. Ne dà notizia La Croix nell’edizione on-line del 25 maggio e ne parla in un pezzo approfondito Settimana News.
 
“So bene che questo non si fa, ma vorrei rendere possibile immaginare che una donna possa diventare arcivescovo senza ridurre la cosa a una battuta di spirito”, dice Soupa, che denuncia “l’invisibilità in cui sono tenute le donne nella Chiesa”. “Alcuni diranno che ho la faccia tosta per propormi. D’accordo, ma vorrei chiedere loro, oltre la prima immediata reazione, cosa pensano veramente. E che si possa dire: perché non un laico/a a capo di una diocesi?”

Riforma.it aggiunge:

La teologa ha concluso rendendo noto che nei prossimi giorni invierà al Nunzio apostolico di Parigi una professione di Fede, un programma per l’arcidiocesi di Lione, una biografia e un comunicato stampa. La battaglia della Soupa non si ferma al tema femminile, ma si estende anche al coinvolgimento dei laici, altro tema dibattuto ad esempio nel recente Sinodo amazzonico, senza sostanziali passi avanti. 

«In un momento in cui la chiesa attraversa una crisi molto profonda, dobbiamo provare a immaginare un altro modello».

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