Sintesi della 593° conferenza di formazione militante a cura della Comunità Antagonista Padana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano , non tenuta in seguito alla chiusura dell’Ateneo causa epidemia di coronavirus. Relatore: Silvio Andreucci (testo raccolto a cura di Piergiorgio Seveso).

La connessione costante tra esoterismo e finanza plutocratica è essenziale oppure riguarda una serie di coincidenze fortuite?

È comprovabile con buoni argomenti, pure richiederebbe indagini più approfondite.

Si pensi che una parte del mondo cattolico conservatore, a mio avviso, tende a trascurare tuttora questo aspetto e a non prendere sufficientemente in considerazione gli aspetti deteriori dell’esoterismo e di certo “spiritualismo”.

La massoneria non può unilateralmente essere condannata solo nella sua versione “di sinistra”, giacobina, sovversiva dell'”ancien regime”, dell’alleanza trono-altare (qui è chiaro il riferimento ai “Club parigini” del 700′).

Almeno altrettanto sovversivo è l’esoterismo spiritualista oligarchico_elitario, in effetti la massoneria nella sua declinazione”di destra” è più cripticamente e raffinatamente sovversiva del materialismo ateo giacobino. Pure lo è altrettanto.

Naturalmente ho usato i termini “destra” e “sinistra” “cum granu salis”, dal momento che per natura il fenomeno massonico è trasversale a qualsiasi ideologia politica, anteponendo per principio gli affari alla politica.

Basti pensare che Adam Weishaupt, fondatore della Illuminaten Orden sul finire del 700′ “vanta” tra i propri adepti il carbonaro Giuseppe Mazzini, Albert Pike, fondatore del Ku Klun Klan e i Rothschild in ambito finanziario, quindi personaggi cospicuamente differenti.

Possiamo prendere come osservatorio già il periodo del tramonto del medioevo per constatare il nesso tra spiritismo esoterico e alta finanza, per quanto il nostro astio generalmente si rivolga unilateralmente contro i forti poteri plutocratici contemporanei e non si rifletta a sufficienza sul fatto che la plutocrazia con tutti i suoi aspetti immondi affonda le radici sul tramontare del XIV secolo, quando nasce la prima impostazione del capitalismo finanziario moderno.

Giovanni de’ Bicci, importante membro del ramo centrale della famiglia de’ Medici, fonda a Firenze con alcuni soci nel 1397 una piccola banca destinata a diventare, grazie ad oculata strategia e amministrazione di ben cinquanta anni, il fulcro di un ‘espansione e influenza in tutta Europa; Giovanni de’ Bicci era anche membro dell’Arte dei Priori, una corporazione che non si faceva alcuno scrupolo nel ricorrere all’usura e a metodi truffaldini, incurante della condanna ecclesiastica dello strozzinaggio.

Già da allora i Medici erano influenti politici e banchieri in pressoché l’intera Europa. La perizia di banchieri e finanzieri si coniugava con la tendenza allo spiritismo esoterico, l’interesse per la magia e alchimia e una comprovabile presenza nella loro formazione culturale di alcuni principali motivi della Cabala Giudaica spuria.

Sin dalle origini, presso i banchieri della famiglia de’ Medici è sempre notevole la connessione tra esoterismo e speculazione finanziaria.

Cosimo de’ Medici (1389-1464) fu banchiere e statista fiorentino, membro dell’Arte del Cambio ,come lo era precedentemente stato suo padre Giovanni. La storiografia generalmente dipinge Cosimo de’ Medici a tinte auree, come primo grande signore di Firenze, promotore di una politica di pace ed equilibrio, grande cultore dell’arte classica (fece abbellire Firenze con molti edifici civili e religiosi). Pure, non è oro tutto quello che luccica….Il nostro patrocino’ anche la fondazione dell’Accademia neoplatonica, edificata da Marsilio Ficino; il neo platonismo rinascimentale si discosto’ notevolmente dall’insegnamento dei Padri della Chiesa e fu imbevuto, soprattutto nel suo sviluppo successivo, di motivi dell’ alchimismo e pampsichismo; già Marsilio Ficino insegnava l’esistenza di una tradizione primordiale nata con l’orfismo e protattasi sino al neoplatonismo, non accessibile al volgo, ma esclusivamente ad una ristretta schiera di eletti iniziati; solo gli iniziati stessi sono attratti dalla spinta dell’eros verso l estremo cerchio del cosmo, ove alberga il divino, discostandosi massimamente al contempo dal cerchio inferiore, dominio della materia.

Il cultore dell’esoterismo rinascimentale non tende ad avere predisposizione benevola verso il popolo o la comunità, ma verso le élites, verso tutto l’ambito della speculazione bancaria. I banchieri della famiglia de’ Medici ,non casualmente, avevano una formazione filosofica imbevuta di esoterismo rinascimentale.

Come attesta don Curzio Nitoglia in l”Esoterismo”, “a Firenze i banchieri e i prestatori sono spesso uomini di intensa vita intellettuale e religione,ma in detta concezione religiosa i motivi arcani e iniziatici prevalgono di gran lunga sul cristianesimo istituzionale ed essoterico.

Lo stesso Lorenzo il Magnifico si abbeverò alle fonti della filosofia di Giovanni Pico della Mirandola (di cui fu amico stretto) nonché a quelle della cabala giudaica che assimilò’ attraverso i frequenti contatti che ebbe con medici e banchieri ebrei.

Ora la mia indagine fa una sorta di salto nel XX secolo, non perché il rapporto tra Esoterismo e finanza non sia interessante nei secoli successivi al Rinascimento, ma per ragioni di sintesi espositiva.

Sempre con don Curzio Nitoglia concordiamo che sia inutile analizzare Esoterismo e plutocrazia come due fenomeni indipendenti o, al massimo, destinati a incontrarsi solo accidentalmente.

In realtà, “se si osserva senza pregiudizi il mondo dell’alta finanza, si vede che esso è intimamente legato a quello di un certo ebraismo, della massoneria e…della cultura esoterista, specialmente in Italia; non solo ai tempi dei Medici a Firenze, ma anche più recentemente con Antonello Gerbi, Enrico Cuccia e soprattutto Raffaele Mattioli, tra Roma e Milano” .

Il lobbista, il finanziere, il plutocrate…il piduista presentano questi tratti caratteristici, in primo luogo, la netta priorità del business economico rispetto all’ideologia politica. Come già ho accennato, la finanza plutocrate è tendenzialmente trasversale alla destra e alla sinistra, insomma a qualsiasi credo politico, nella misura in cui il finanziere è disposto naturalmente a relazionarsi a differenti e anche opposti ambienti politici in base alla convenienza.

Ad esempio, Raffaele Mattioli seppe accattivarsi le grazie di Benito Mussolini, dimostrandosi un abile finanziere (giudizi morali a parte naturalmente), al tempo stesso si relazionò con successo con ambienti massoni, ebraici (lui stesso si definiva “ebreo” non di nascita, ma “per scelta”), azionisti e comunisti…. dunque da parte sua il rifiuto di condizionarsi a una ideologia vincolante, un impostazione tutto sommato trasversale.

In secondo luogo, il finanziere o il plutocrate, sono essenzialmente insensibili di fronte al concetto di “patria”; essi hanno un’ impostazione mentale apolide, globalista, cosmopolita, sorridono al cospetto dell’istanza di salvaguardare l’identità o la sovranità monetaria e nazionale.

Tanto sono freddi, anzi gelidi verso il concetto di patria, quanto disprezzano il popolo.

Ammirano soltanto le “classi superiori”,i contesti elitario-oligarchici e trattano soltanto con questi ultimi. Enrico Cuccia , uomo ai vertici della finanza plutocrate internazionale negli anni 80′, non fu mai rimosso dalle sue posizioni di forza, la sua voce in capitolo presso Mediobanca di cui era stato presidente durò sino agli ultimi anni di vita.

Di formazione monetarista e iperliberista (si era formato sulla concezione di Von Hayek e Friedman, sosteneva di appartenere esclusivamente a Mediobanca (quasi che essa fosse la sua patria), dispregiava la politica e idolatrava Mammona….fine per conseguire il quale i mezzi non contavano.

Mentre in precedenza Raffaele Mattioli, presidente di Comit, di formazione keynesiana (quindi, a differenza di Enrico Cuccia, fautore dei correttivi statali rispetto alle storture del libero mercato) era riuscito a mantenere la Comit sotto il controllo dello stato italiano, ovvero dell’IRI, invece Enrico Cuccia si prefisse la sprovincializzazione e internazionalizzazione della finanza italiana;il suo sogno era la vendita a potentati esteri del patrimonio pubblico italiano, insomma era uno sfegatato liberista.

Terzo punto, il finanziere plutocrate ha una particolare predisposizione per l’iniziazione esoterica; quanti di voi sanno che Enrico Cuccia si atteggiava a cattolico ultrapraticante… si comunicava pressoché tutti i giorni; nondimeno era antipapista e nel foro della coscienza interiore avverso al cattolicesimo istituzionale, essoterico, nonostante l’apparenza di una pratica fervente.

Nella sua visione religiosa si compenetravano giansenismo ed esoterismo magico…la comunicazione eucaristica quotidiana” consentiva ” al Cuccia di mettersi in iniziatico contatto con la dimensione del sacro e dell’arcano.

L’ iniziazione esoterica “rende” il finanziere plutocrate potentissimo, gli dona quel sentore di schizzinosa superiorità precluso al volgo, una sorta di delirio di onnipotenza… attraverso l’iniziazione esoterica il finanziere plutocrate “si divinizza”, almeno nel suo orizzonte di pensiero megalomane.

Quanti di voi sanno che, per tradizione, il ventisette luglio di ogni anno, un’elite di finanzieri si aduna o si adunava presso l’abbazia circestense di Chiaravalle per un rito iniziatico in memoria di Raffaele Mattioli (ivi infatti era stato inumato il 30 luglio 1973, occupando la tomba che precedentemente spettava a un’altra esoterica ed eretica, Guglielmina la Boema) ?.

Spero di aver documentato a sufficienza il legame tra Esoterismo e finanza plutocrate; non è segno di onestà intellettuale sorvolare su questo nesso o fingere che non sussista;la posizione stessa di Julius Evola, che professò in opere come “Rivolta contro il mondo moderno” e “Cavalcare la tigre” un superidealismo di coloritura magico-esoterica è superficiale:lo spiritualismo esoterico non rappresenta una autentica via d’ uscita dalla crisi e dal degrado materialista del mondo moderno, come egli è portato a credere, dal momento che nell’orizzonte culturale del capitalismo finanziario parassitario alberga spesso l’ Esoterismo.

Chi tutt’ora rimane incredulo sui poteri aberranti e devastanti dell’Esoterismo potrebbe leggere la testimonianza di un professionista nel settore della finanza (ne parlò Maurizio Blondet tre anni fa nel suo blog del 29 aprile 2017), un certo Ronald Bernard; molti suoi colleghi della cerchia dell’alta finanza si votarono a Lucifero con prestazioni “devozionali” aberranti, messe nere, orgie, atti di cannibalismo e …sacrifici di bambini. Tali prestazioni (al Bernard stesso era stato richiesto di prestare culto a Lucifero, ma egli si era sottratto con sdegno e ripugnanza) “consentivano” agli iniziati di acquisire “poteri supernaturali” non conseguibili dal comune volgo.

Lo gnosticismo luciferino proclama la sua volontà di distruzione di tutto il creato, dell’uomo come della natura, segnatamente non può tollerare che all’uomo spetti un destino soprannaturale;queste cerchie di plutocratici, dopo aver proclamato il “non serviam” asservendosi a Satana pianificano l’intera politica mondiale, le “primavere arabe”, l’immigrazione in massa in Europa, strategie eugenetica, abortiste, eutanasiche, più in generale di pianificato controllo sulle nascite, vera e propria neomalthusiana strategia di decrescita mondiale.

Perché stupirsi? Queste cerchie di plutocratici occulti, che dettano dietro le quinte le politiche nazionali e che financo controllano la psiche individuale sono imbevute di gnosticismo, del più satanico gnosticismo;non insegna forse lo gnosticismo ad attingere al “bene” (ovvero al conseguimento di poteri preternaturali) tramite il compimento di atti nefandi?

In conclusione, la considerazione evoliana che il tema del rapporto tra Esoterismo e plutocrazia sia qualcosa di inessenziale o “degradante” non può comunque offrire il pretesto per non occuparsene.

Un argomento tanto complesso, pieno di sfaccettature, quale quello del  legame tra “mondo dell’iniziazione” e “mondo dell’alta finanza”, non può certo essere compiutamente trattato in questo breve rapporto che, per ovvie esigenze di sintesi , si è limitato a alla disamina dell’ascesa di due banchieri della famiglia de’Medici, Giovanni de’Bicci e suo figlio Cosimo e dei caratteri definitori dell’alta finanza italiana del XX secolo. E’ palmare che molte domande siano rimaste aperte, nondimeno mi son ripromesso di dedicare a voi, cari amici della Comunità Antagonista Padana e di Radio Spada, uno studio ulteriore di approfondimento su aspetti “misteriosi” poco esaminati.