Radio Spada ha espresso subito la sua opinione a riguardo del protocollo proposto dalla Conferenza Episcopale Italiana al Comitato Tecnico Scientifico per a riapertura delle chiese al culto partecipato il 18 maggio p.v.: un neo-giuseppinismo da burla offensivo della libertà e della dignità della Chiesa, dei Sacramenti e del sacro culto. Ritorniamo oggi sul tema della riapertura delle chiese con un articolo di Rosanna Raffaelli Ghedina. Tuttavia ci teniamo a far notare che tali offese già sono inflitte (anche senza guanti e mascherine!) al Corpo Mistico ed alle anime dal Novus Ordo Missae, che rigettiamo in se stesso e non in virtù di suoi accidentali aspetti pratici, in quanto sovversione della Liturgia e ancor prima della Ortodossia.

di Rosanna Raffaelli Ghedina
Dopo più di due mesi di stretto lock-down, rivelatosi un susseguirsi di libertà negate, di decreti definiti anticostituzionali da molti giuristi e di gravi inversioni delle verità trasmesse: rimossi – ad esempio – i video di scienziati e Nobel non allineati e imposta una gravissima censura di governo conclamata da più parti, che si dimostra come un vero pericolo antidemocratico. E la lista potrebbe allungarsi… concentriamoci sul valore aggiunto del tutto, sul furto spirituale più esclusivo e unico avvenuto nella storia. Governo e CEI in perfetto accordo hanno derubato i cattolici del culto più importante dell’anno, la Quaresima e la Pasqua, essenziale e preziosa per la salvezza eterna.
Dopo averci lasciati ad un digiuno spirituale senza le Messe e il cibo della vita eterna, quando invece si poteva andare liberamente al supermercato e in tabaccheria, ora, al 18 maggio questa benedetta libertà di culto ci verrà restituita o, almeno, così si dice. Abbiamo già approfondito l’errore della CEI di non aver difeso la sovranità del diritto canonico, senza sottostare alle decisioni del governo. Mettiamo a bilancio che, anche per la fase 2, è stato fatto lo stesso errore. Con un risultato peggiore.
Vediamo come. Un protocollo di tre pagine con una sfilza di articoli, quando bastava una paginetta per determinare come si deve svolgere la Messa, come si preparano la Chiesa e gli officianti.
Fra i tanti c’è l’art. 3.4. che è molto discutibile e stranamente è stato avvallato dalla CEI senza battere ciglio. Recita così:
3.4. “La distribuzione della Comunione avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso, gli stessi – indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza -abbiano cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli.”
C’è da chiedersi preoccupati e meravigliati come mai si vuole che il sacerdote, che sull’altare è da solo e distante dal pubblico, debba mettersi la mascherina? Si sono infatti dimenticati di avvisarci che l’uso della mascherina può anche essere pericoloso, perché siamo obbligati a respirare la nostra anidride carbonica e, se portata a lungo, può provocare anche disturbi seri. Inoltre, quel che è più grave, perché s’impone al sacerdote di mettere i guanti di lattice, visto che si igienizza le mani? A cosa servono? Disastrosa decisione e imposizione che diventa un vero abominio e oltraggio a Gesù che nell’Ostia è presente con il suo vero corpo e vero sangue! Come si può pensare che sia occasione di contagio? E’ un vero atto sacrilego. Manca la fede solo a dubitarlo. La Chiesa non può inchinarsi in questo modo all’autorità laica. Dov’è la sovranità del diritto canonico?
A pochi giorni dall’applicazione di questo protocollo si è acceso giustamente un preoccupato sussurro sia tra i fedeli sia tra una parte dei sacerdoti che si pongono il problema, che al di là dell’obbedienza cieca, sono preoccupati sul come comportarsi piuttosto che procurare questo oltraggio all’Eucarestia. La norma, letta bene, va interpretata comunque, garantendo il massimo rispetto all’Eucarestia e al diritto del fedele di onorarla. Quindi, porgerla anche direttamente in bocca è non toccare le mani dei fedeli, come la norma richiede? Questo andrà bene secondo le norme?
In molti, se la norma non rispetterà l’Eucarestia, sono pronti a seguire la Messa senza fare la comunione in questo modo oltraggioso.
Per saperne di più e chiarire questo dilemma, riportiamo l’intervento del canonista prof. Giorgio Nicolini: “Oggi, 12 maggio 2020, dalle ore 11,50 ho avuto un lungo colloquio telefonico con il Segretario del Card. Robert Sarah (di cui posso fornire la registrazione), riguardo alla questione dei Vescovi o dei Sacerdoti che, con l’avvio delle Messe con il popolo, impongono ai fedeli di ricevere la Comunione SOLO sulla mano. Il Segretario mi ha confermato che il Card. Sarah, come si era già espresso anche pochi giorni fa in una intervista, ribadisce l’insegnamento della Chiesa (nella “Redemptionis Sacramentum”) secondo cui NON E’ LECITO NEGARE LA COMUNIONE IN BOCCA a chi richiede tale modalità di ricezione della Comunione Eucaristica, come d’altra parte – pur se “illegittimo” perché violazione della Costituzione e dei Patti Lateranensi – lo stesso “accordo C.E.I.- Governo” del 7 maggio 2020 non vieta in alcun modo tale modalità di ricezione della Comunione Eucaristica da parte dei fedeli. Pertanto, Vescovi e Sacerdoti che imponessero la sola Comunione sulle mani commettono un abuso, del quale – mi ha detto il Segretario – faccio bene a presentare “denuncia canonica” alla stessa “Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”.
Quindi, consiglio tutti quanti avessero a subire tale ABUSO DI ESSERGLI NEGATA LA COMUNIONE IN BOCCA (da parte di Vescovi o Sacerdoti), di inviare regolare DENUNCIA CANONICA alla “Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti” (c/o 00120 CITTA’ DEL VATICANO Fax 06.69883499), per UN INTERVENTO AUTORITATIVO sui Vescovi e/o Sacerdoti (indicando il relativo indirizzo domiciliare o altri elementi di contatto) che commettono tali ABUSI. Dalla “Redemptionis Sacramentum” n.169: “Quando si compie un abuso nella celebrazione della sacra Liturgia, si opera un’autentica contraffazione della Liturgia cattolica. Ha scritto san Tommaso: «incorre nel vizio di falsificazione chi per conto della Chiesa manifesta a Dio un culto contro la modalità istituita per autorità divina dalla Chiesa e consueta in essa».
Così un canonista ha spiegato la norma: “Un vescovo non può esigere che un fedele riceva la Comunione “alla mano”. Perfino nella Forma Ordinaria, è prescritta [cioè è norma] la Comunione “alla lingua”, col diritto [rescrittivo] di riceverla “alla mano”. La norma è quindi basata sul diritto del fedele di scegliere come adorare Dio in quel momento che per sua natura è profondamente personale e non comunitario. La mia opinione è basata sulla rilevante giurisprudenza dalla Santa Sede nella difesa dei diritti del cattolico di ricevere la Comunione “alla lingua” e in ginocchio durante una Messa nella Forma Ordinaria, perfino se il suo vescovo avesse legiferato in contrario.
Tali legiferazioni sono considerate, per loro natura, come suggerimenti, non come obbliganti. Dato che sul piano legale ciò è valido per un vescovo, a fortiori è vero anche per un sacerdote in parrocchia. Ad un laico non può essere negato il Sacramento a meno che non sia un notorio
pubblico peccatore. Un sacerdote che di sua iniziativa dicesse ai fedeli che devono ricevere “alla mano” sta violando la legge canonica e inducendo i fedeli a violarla a loro volta”. E ciò costituisce un vero e proprio esecrabile “peccato”, dal punto di vista della “morale cattolica” (PROF. GIORGIO NICOLINI).
Risolto il dilemma della libertà di ricevere la Comunione in bocca, resta in sospeso il grave dilemma dei guanti di lattice imposti al sacerdote che ha già le mani perfettamente igienizzate. A questo proposito, visto che ci sono bravi e fedeli sacerdoti che invitano a non ricevere l’Ostia così distribuita per non oltraggiare Gesù, ci sarebbe da chiederci se realmente Gesù permane in questa
modalità?
Ora noi fedeli, fedeli a Cristo nostro Salvatore, spesso zittiti e intimoriti, siamo più tranquilli?
Così sia.
L’utilizzo dei guanti (in generale, non solo in chiesa) pare insensato in effetti, anche a detta di noti epidemiologi (https://www.ilmessaggero.it/salute/focus/coronavirus_lopalco_guanti_dannosi_scuole_chiuse_ultime_notizie_15_aprile_2020-5172052.html). Sembrerebbe una decisione più che altro volta a dare un senso di sicurezza a chi li indossa (e in questo caso ai fedeli che vedono il sacerdote), senza una vera base clinica.
Mentre la storia della pericolosità delle mascherine è sostanzialmente una bufala (https://www.snopes.com/fact-check/masks-dangerous-health/).
il vero vero esercizio di libertà, quello conforme alla VERITA’, è abbandonare questa chiesa e le sue pratiche, in primis quella della comunione, data con guanti o senza guanti, ché comunione fasulla sempre è, e falsa essendo, sempre infettiva e degenerativa della vera fede…
Io piu’ che altro indagherei su snopes, non mi pare brillino.
Quale sollievo trovare Bruno che la pensa in questo modo. Condivido e per un sacco di ragioni…
IL sollievo è reciproco, Leo.