GianMarcoBose / CC BY-SA

Ieri abbiamo annunciato: Il Vaticano “ha stabilito che Enzo Bianchi deve lasciare la Comunità di Bose”.

Ma se ormai – a parte accordi dell’ultimo minuto tra Bianchi e Manicardi (neo-priore) – la strada fuori da Bose pare tracciata per il fondatore, restano non pochi interrogativi, alimentati dal comunicato ufficiale della comunità.

Il testo, apparentemente diplomatico, è in realtà molto duro. Alcune espressioni sono inequivocabili, non a caso si parla di situazione tesa e problematica, di gravi disagi e incomprensioni che potrebbero indebolire o addirittura annullare il ruolo della comunità vista la sua rilevanza ecclesiale ed ecumenica.

Ancora: si dice che la Visita ha determinato un esito approvato da Bergoglio: “Tale comunicazione è avvenuta nel massimo rispetto possibile del diritto alla riservatezza degli interessati”, alcuni destinatari, però, al momento della notifica del decreto non avrebbero accolto i provvedimenti e questo rifiuto avrebbe “determinato una situazione di confusione e disagio ulteriori”.

Continua la nota: Si ritiene necessario precisare che i provvedimenti di cui sopra riguardano fr. Enzo Bianchi, fr. Goffredo Boselli, fr. Lino Breda e sr. Antonella Casiraghi, i quali dovranno separarsi dalla Comunità Monastica di Bose e trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti.

Alla faccia dell’ecumenismo: questi vogliono far avanzare il “dialogo” (condannato dalla Chiesa) con eretici e scismatici ma nemmeno riescono a dialogare in casa loro, al punto da far trasferire in altro luogo nientemeno che il fondatore.

Ma vien spontaneo chiedere: il ruolo di Bose rischia addirittura di essere indebolito o annullato dalle scaramucce causate da tre frati e una suora? Se Bianchi si è dimesso dal ruolo di priore a inizio 2017, come si è arrivati in poco più di due anni alla visita apostolica e nemmeno in tre anni e mezzo alla decisione dell’allontanamento? Inoltre: vista l’autoproclamata rilevanza ecclesiale ed ecumenica, in cosa consistono i gravi disagi a cui si allude? E ancora: da cosa dipende l’annunciato rifiuto dei provvedimenti da parte di alcuni destinatari, al punto da determinare una situazione di confusione e disagio ulteriori?

Tutti interrogativi legittimi, dal momento che lo scontro è stato messo in piazza da un comunicato ufficiale.