Di Valdavia – Opera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento

Volentieri offriamo ai lettori alcuni petali di un florilegio balleriniano, tratti dal capolavoro Breve Apologia del Cristianesimo – Contro gli increduli dei nostri giorni, di Mons. Giuseppe Ballerini. Questa è la seconda e ultima puntata.


Perché si comprenda il lato prodigioso nella fondazione e propagazione del Cristianesimo, si consideri:

1)           il fine a cui esso mirava: era quello di abbattere tutte le religioni esistenti e imporre a tutti gli uomini quella di Cristo.

2)           Gli ostacoli che doveva incontrare:

  • a)           per l’oggetto principale della sua predicazione, che era Gesù crocifisso;
  • b)           per l’altezza delle sue dottrine, per lo più incomprensibili alla nostra mente;
  • c)           per la severità della sua morale, che intima guerra a tutte le passioni;
  • d)           per l’ambiente sociale in cui veniva predicato, tutto infetto di religioni idolatriche o politeistiche – in preda alla massima corruzione morale – sino al punto da disconoscere i naturali rapporti fra uomo e uomo colla schiavitù personale.

3)           Le terribili persecuzioni che di fatto si scatenarono contro la religione cristiana,

  • a)           da parte dei Giudei e dei Gentili;
  • b)           da parte dei filosofi;
  • c)           da parte dei governanti.

4)           I mezzi adoperati da Cristo per vincere questi ostacoli:

  • a)           sono dodici uomini del volgo;
  • b)           sprovvisti d’ogni umano appoggio;
  • c)           fidenti solo nella promessa di Lui che ha detto: «Ecco che io sarò con voi» (236).

5)           Il rapido trionfo del Cristianesimo. Nonostante lo spaventevole numero di tanti ostacoli che si opponevano alla diffusione del Cristianesimo, e nonostante la mancanza assoluta d’ogni umano aiuto nel lottare contro di essi, la religione cristiana riesce in breve tempo a trionfare di tutto e di tutti. (36. La religione cristiana)

Fu il Cristianesimo che sottrasse il poter sociale al dispotismo e alla tirannia dei governanti, additandone l’origine in Dio stesso e l’esercizio di esso nel pubblico bene. Fu il Cristianesimo che sottrasse i poveri lavoratori alla schiavitù personale in cui giacevano, nobilitò il lavoro, prima oggetto di sprezzo e di avvilimento, e formò per la prima volta nel mondo la coscienza di quella fratellanza universale di tutti gli uomini avanti a Dio che, senza far scomparire la gerarchia sociale, doveva coordinare fra loro tutte le classi al comun bene, quasi a formare una sola famiglia. Fu il Cristianesimo, infine, che prese a cuore la causa dei poveri e dei diseredati, pei quali ha fatto sorgere tutte quelle istituzioni che noi ammiriamo attraverso i secoli. (36. La religione cristiana)

«Si traccino sopra di un mappamondo le frontiere dell’incivilimento, e si vedrà che si sono tracciate le frontiere del Cristianesimo. Incivilimento e Cristianesimo sono due termini equivalenti» (36. La religione cristiana)

I Padri dei primi secoli, i quali non appresero già le idee cristiane da Platone – sebbene le dottrine platoniche abbiano almeno in parte servito a sgombrar la via al Cristianesimo – ma cristianeggiarono lo stesso Platone; come più tardi San Tommaso e gli scolastici cristianeggiarono Aristotele (38. Il Cristianesimo non prese le sue dottrine né dalle religioni pagane né dai sistemi filosofici degli antichi)

Il Profetismo e l’Evangelo, ossia l’Antico e il Nuovo Testamento, sono due fatti che si ribellano ad ogni spiegazione naturale: due fatti che non hanno riscontro in nessun’altra religione, due fatti che bastano da soli a far cadere tutto l’edificio degli increduli. […] E come l’Antico e il Nuovo Testamento, così è inesplicabile, senza la divinità di Cristo, anche la storia della nostra civiltà. (41. Senza la divinità di Cristo non si comprende né l’A. né il N. Testamento, né la storia del Cristianesimo né quella della nostra civiltà)

Lo stesso Proudhon ebbe a scrivere: «Se voi credete in Dio, siate cristiano cattolico; ma se non vi credete, negate tutto, perché fra queste due alternative non v’è posto che per l’ignoranza o la mala fede» (De la Justice dans la Revolution et dans l’Église). (42. Conclusione)

«Resta a spiegarsi come questi gonzi o questi furbi siano stati sì pazzi da lasciarsi lapidare, scorticare, crocifiggere, decapitare; come abbiano avuta tanta abilità da ingannare la più sagace e dotta nazione del mondo, anzi tutto il mondo; come abbiano potuto ammaestrare sì bene i loro primi discepoli, dei quali Ignazio era impaziente di vedersi gettato ai leoni, Policarpo andava lieto verso il rogo, Giustino, Ireneo e Cipriano suggellavano col loro sangue le loro dotte pagine, e Tertulliano scriveva tranquillamente sotto la Scure dei carnefici l’immortale suo Apologetico; come fra gli innumerevoli cristiani, che dopo il II secolo riempivano ogni angolo dell’Impero, fuorché i templi degli Dei, se ne siano trovati più milioni, che per appoggiare l’opera dei gonzi, si siano lasciati sgozzare; come finalmente tale matta impostura abbia avuto tanti sublimi difensori dal primo dei Santi Padri fino ai dì nostri» (Nota 57)

Molti spiegano gli oracoli dei pagani coll’intervento del demonio ed in alcuni casi può essere. Ora il demonio non può neppur egli conoscere i futuri liberi; dunque le sue predizioni non possono avere il carattere di profezie. Che dire adunque degli oracoli delle Sibille, ammessi anche da molti padri della Chiesa? I dotti ne fanno oggi ben poco conto. Si sa che i libri ove erano contenuti furono abbruciati 100 anni avanti Cristo ed i versi, che a loro si attribuivano, non sono autentici. I Padri li citavano con lode perché contenevano molte cose riguardanti Cristo e la sua religione. Del resto non ripugna che anche presso le false religioni si trovino fatti soprannaturali che attestino in favore della vera religione. Anche Balaam profetò, ma in favore degli Ebrei. (Nota 99)

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