Modificata da Niccolò Caranti / CC BY-SA

La decisione vaticana è stata presa dopo un’ispezione di tre inviati da Roma, durante la quale – condizionale d’obbligo, citiamo da D. Agasso Jr, La Stampa – sarebbero emersi «gravi problemi» per quanto riguarda «l’esercizio dell’autorità». Bianchi – e con lui due confratelli e una consorella –  è invitato a lasciare la sua dimora perché non avrebbe ceduto concretamente la gestione del monastero dopo le dimissioni da priore del 2017.

La notizia peraltro non è ancora ufficiale. E non si escludono accordi dell’ultimo minuto tra Bianchi e Manicardi.

Aggiunge Gian Guido Vecchi sul Corriere:


È evidente che qualcosa non ha funzionato tra le nuove e le vecchie gerarchie, perché sei mesi fa la Santa Sede aveva mandato a Bose una visita apostolica, cioè degli ispettori, «nel momento di un passaggio che non può non essere delicato e per certi aspetti problematico per quanto riguarda l’esercizio dell’autorità, la gestione del governo e il clima fraterno». Si trattava insomma di consentire al nuovo priopre di guidare la comunità senza interferenze. Una decisione difficile, considerato che Papa Francesco ha grande stima di Bianchi.

Insomma: bagattelle neomoderniste.