I giochi interni alla curia modernista romana ci interessano poco per ciò che valgono in se stessi, tuttavia possono aver qualche valore nell’analisi socio-ecclesiale del tracollo post-conciliare.
Nella recente bagarre mediatica in cui Mons. Viganò accusava il card. Sarah di non aver detto la verità sulla sua adesione all’ultimo appello ai cattolici e agli uomini di buona volontà, uno dei passaggi registrati attribuiva al Prefetto questa frase: “Carissima Eccellenza, (sic)come sono ancora in funzione nella Curia Romana”. Ancora per quanto? Certo, di incarichi eterni su questa terra non ne esistono. Tutto è a termine ma la domanda sorge spontanea. In particolare se si considera che i 75 anni del porporato sono prossimi.
Del resto, va detto, qui si parla di pure indiscrezioni. Il card. Sarah non ha mancato in passato di fare aperte professioni, al punto da invocare la continuità Bergoglio-Ratzinger (e su questo ha ragione) e la figliolanza spirituale di Bergoglio rispetto a Sant’Ignazio (e su questo ha torto). In una sua recente e disastrosa intervista ha parlato pure della possibilità di fare la comunione “in bocca o sulla mano”.
Tutto vero, ma si sa: il mondo di mezzo di questo pseudoconservatorismo né carne né pesce è destinato a far la fine del vaso di coccio tra vasi di ferro (vedere qui).
L’indiscrezione però dov’è? Viene da MiL, che riferisce:
Come anticipato ieri (qui), le nostre voci ci dicono che mons. Vittorio Viola o.f.m. non è andato a Genova per scendere di latitudine ma salire di carica. Parrebbe infatti che il vescovo di Tortona, che porta l’anello di Bugnini, andrà a sostituire a giugno il Card. Sarah al Culto Divino. Sarà vero? Visto che le voci su padre Tasca a Genova erano giuste… teniamo lo siano anche su mons. Viola quale nuovo prefetto. Non siamo per nulla contenti: egli è amico e protetto di Brandolini (che l’indomani del SummorumPontificum disse, teatralmente, di aver pianto e che quello “è un giorno di lutto, per chi lavoró al Concilio” qui) che lo ordinò sacerdote, ed è un protetto di Sorrentino (ex segretario del culto divino cacciato da Ratzinger e mandato ad Assisi qui) che lo consacrò vescovo. A ciò si aggiunga che sua eccellenza è un francescano (che non sono noti per essere “ortodossi” in ambito liturgico).
A preoccuparci ancor più é il fatto che mons. Viola abbia conseguito la licenza in liturgia e il dottorato in sacra liturgia presso il Pontificio Istituto liturgico di sant’Anselmo. Con questa mossa, se venisse confermata, Francesco completerebbe il lento da inesorabile e determinato spoil system iniziato nel 2016.
Staremo a vedere, ma siamo tranquillissimi.
Buon pranso!
esci esci, meglio al tuo posto un bergogliano spudorato, quanto a sovversione cattolica, che un sovversivo mascherato da buon tradizionalista ratzingeriano! E poi c’è tanto bene da fare in Africa…