Nuova recensione a cure di Luca Fumagalli

>>> L’imitazione di Cristo. De Imitatione Christi <<<

L’imitazione di Cristo (De Imitatione Christi) è qualcosa di più di un libro di devozione, è il classico cristiano più letto dopo la Bibbia, un invito all’elevazione spirituale seguendo le orme di Gesù.

Le sue origini sono avvolte nel mistero e non si conosce nemmeno il nome dell’autore: molti lo attribuiscono al monaco agostiniano Tommaso da Kempis, ma qualcuno ha parlato pure di più persone che hanno provveduto a completare il testo in tempi diversi. Non è chiara neanche la sua data di pubblicazione, ma è molto probabile che abbia visto la luce sul declinare del Medioevo. Tuttavia questi dettagli contano poco perché il libro non conosce epoca, il suo messaggio è attuale ed eterno, è animato da un unico sguardo pieno di Grazia e parla con una voce quasi angelica, al contempo affascinante e chiara, avvincente e pura.

L’opera si divide in quattro parti. Dopo aver sollecitato il lettore ad abbandonare la vacuità delle cose materiali e a porre al centro dell’attenzione la carità, la conformità a Cristo, la meditazione, l’obbedienza e la contrizione, si insiste sulla necessità e l’inevitabilità della sofferenza per poter entrare nel regno di Dio. Nella parte conclusiva, invece, è contenuta una bellissima descrizione dell’eucarestia.

Qualche dotto ha parlato in tono sospettoso de L’imitazione di Cristo, arrivando a cogliere in esso note di anti-intellettualismo; eppure le pagine del libro sono così limpide che trascendono simili dibattitti, rivelando la loro intrinseca bellezza spirituale. Il senso ultimo dello scritto si intravede nelle frasi finali: «Il Dio eterno, immenso ed onnipotente, fa cose grandi e imperscrutabili in cielo e in terra; e a noi non è dato investigare le meravigliose sue opere. Ché, se le opere di Dio fossero tali da poter essere facilmente comprese dalla ragione umana, non si potrebbero dire meravigliose e ineffabili».

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