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Recentemente, in una lunga intervista video con Padre Javier Olivera Ravas, Mons. Schneider ha toccato diversi punti caldi del dibattito politico ed ecclesiale. Pur non sottoscrivendo necessariamente ogni passaggio dell’intervista, riportiamo di seguito (traendo il testo dalla traduzione da A. Marcantonio, Chiesaepostconcilio) un estratto:


8. La Chiesa è sempre stata in crisi, ma a quanto pare la crisi che stiamo vivendo attualmente coinvolge persino le sfere più alte: crede che — come afferma qualcuno — si stiano avvicinando gli ultimi tempi profetizzati nelle Sacre Scritture? E se è così, come dovremmo reagire? La situazione attuale offre sufficienti ragioni plausibili per pensare di trovarsi agli inizi di un’epoca apocalittica che comprende castighi divini. Nostro Signore si riferì alla profezia di Daniele quando disse: “Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo — chi legge comprenda —” (Mt 24:15). Il libro dell’Apocalisse afferma che la Chiesa dovrà fuggire nel deserto per alcun tempo (cfr. Ap 12, 14). La cessazione quasi generale del sacrificio pubblico della Messa potrebbe essere interpretato come una fuga verso un deserto spirituale. Ciò che è biasimevole nella nostra situazione è il fatto che molti membri della gerarchia ecclesiastica non la vedono nemmeno come una tribolazione, come un castigo divino, vale a dire come una “visita divina” in senso biblico. Anche queste altre parole del Signore si possono applicare a molti membri del clero nel contesto dell’attuale epidemia fisica e spirituale: “perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata” (Lc 19, 44). La situazione attuale, contraddistinta dall’“incendio della persecuzione” (cfr. 1 Pt 4, 12), dev’essere presa sul serio dal papa e dai vescovi per realizzare una conversione profonda di tutta la Chiesa. Credo che in futuro le dimensioni e l’influenza sociale diretta della Chiesa diminuiranno. Sarà ancor più disprezzata e discriminata dal mondo. Non escludo l’eventualità che in futuro, in alcune parti del mondo, la Chiesa avrà una vita semiclandestina. In una situazione del genere, Dio effonderà grazie speciali di fortezza nella fede, di purezza nella vita e di bellezza nella liturgia. Soprattutto credo che in tale situazione Dio darà di nuovo alla Sua Chiesa papi coraggiosi, confessori della fede e forse anche martiri. Siamo autorizzati a credere che il trionfo del Cuore Immacolato annunciato da Nostra Signora a Fatima sarà preceduto e preparato da un periodo di purificazione della Chiesa attraverso la persecuzione. Il trionfo di Cristo attraverso il Cuore Immacolato di Maria vedrà sicuramente un periodo del genere. È per questo che, anche nel mezzo dell’attuale tribolazione, dobbiamo vivere con grande speranza e fiducia. Abbiamo Dio, abbiamo Gesù nell’Eucarestia, e quindi abbiamo tutto.
9. È possibile vedere nell’impossibilità attuale di celebrare la Santa Messa in pubblico (perlomeno in certi luoghi) l’inizio del compimento della profezia di Daniele della soppressione del Sacrificio perpetuo? In un certo qual modo, la situazione attuale si può comparare anche con la cessazione dell’adorazione sacrificale nel Tempio di Gerusalemme durante l’esilio babilonese del popolo eletto di Dio. Nella Bibbia il castigo divino è considerato una grazia; per esempio: “Felice l’uomo che è corretto da Dio: perciò tu non sdegnare la correzione dell’Onnipotente, perché Egli fa la piaga e la fascia, ferisce e la Sua mano risana” (Gb 5, 17-18) e “Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti” (Ap 3, 19). L’unica risposta adeguata alle tribolazioni, alle catastrofi, alle epidemie e a tutte le situazioni ad esse analoghe — che sono strumenti nelle mani della Divina Provvidenza per svegliare gli uomini dal sonno del peccato e dell’indifferenza nei confronti dei comandamenti di Dio e della vita eterna — è la penitenza e la conversione sincera a Dio. Nella seguente preghiera, il profeta Daniele offre ai fedeli di tutti i tempi un esempio della mentalità autentica che dovrebbero avere e di come dovrebbero comportarsi e pregare in epoche di tribolazione: “Tutto Israele ha trasgredito la Tua legge, s’è allontanato per non ascoltare la Tua voce […]. Porgi l’orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato il Tuo Nome! Non presentiamo le nostre suppliche davanti a Te, basate sulla nostra giustizia, ma sulla Tua grande misericordia. Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza indugio, per amore di Te Stesso, mio Dio, poiché il Tuo Nome è stato invocato sulla Tua città e sul Tuo popolo” (Dn 9, 11.18-19). Tanto gli innocenti quanto i colpevoli sopportano la tribolazione, perché nel mistero della Chiesa tutti sono uniti come suoi membri: “Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme” (1 Cor 12, 26). L’attuale cessazione della Messa e della Comunione pubbliche potrebbe essere interpretato dal papa e dai vescovi come un castigo divino per le blasfemie e per le banalizzazioni eucaristiche verificatesi negli ultimi cinquant’anni e — allo stesso tempo — come un appello misericordioso alla conversione autentica di tutta la Chiesa. Che lo Spirito Santo tocchi il cuore del papa e dei vescovi e li stimoli a emanare norme liturgiche concrete affinché il culto eucaristico di tutta la Chiesa si purifichi e si volga di nuovo al Signore. Si potrebbe suggerire che il papa, insieme ai cardinali e ai vescovi, compia a Roma un atto pubblico di riparazione per i peccati contro la Santa Eucarestia e per il peccato degli atti di venerazione religiosa delle statue della Pachamama [vedi e quiqui]. Una volta terminata l’attuale tribolazione, il papa dovrà emanare norme liturgiche concrete in cui inviti tutta la Chiesa a volgersi di nuovo al Signore sotto forma di celebrazione, vale a dire, col celebrante e i fedeli che si volgono nella stessa direzione durante la preghiera eucaristica. Il papa dovrà inoltre proibire la pratica della comunione sulla mano, poiché la Chiesa non può continuare a trattare il Santo dei Santi presente nella piccola Ostia consacrata in un modo così minimalista e imprudente senza essere castigata. La seguente preghiera di Azaria nella fornace, che ogni sacerdote recita durante il rito dell’Offertorio della Messa, potrà ispirare il papa e i vescovo ad assumere iniziative concrete per riparare e restaurare la gloria del sacrificio eucaristico e del Corpo eucaristico del Signore: “Potessimo esser accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come olocausti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli. Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a Te e Ti sia gradito, perché non c’è confusione per coloro che confidano in Te. Ora Ti seguiamo con tutto il cuore, Ti temiamo e cerchiamo il Tuo volto. Fa’ con noi secondo la Tua clemenza, trattaci secondo la Tua benevolenza, secondo la grandezza della Tua misericordia. Salvaci con i Tuoi prodigi, da’ gloria, Signore, al Tuo Nome” (Dn 3, 39-43).