Domani, come già avevamo riferito (vedi qui), verrà celebrata su iniziativa di Bergoglio una giornata di digiuno e di preghiera – rigorosamente interreligiosa “poiché la preghiera è un valore universale” – per implorare da “Dio” (ovviamente non quello personale Padre, Figlio e Spirito Santo ma l’entità che certuni chiamano Grande Architetto dell’Universo) la cessazione della pandemia.
Fatto deplorevole, ma in linea con le tradizioni della chiesa conciliare consacrate da Wojtyla e da Ratzinger nei tre incontri interreligiosi celebrati ad Assisi dai due immediati predecessori dell’attuale Sedente, nonché in altre – troppe – occasioni.
E per giustamente commentare questo digiuno ci sovvengono le parole del Crisostomo: «Adesso il digiuno è inopportuno ed abominevole. Chi lo dice? Isaia che a gran voce esclama: “Non ho scelto io questo digiuno”» [1]. Il gran Dottore si rivolgeva alle vane cerimonie dei Giudei e giudaizzanti di Costantinopoli, ma ugualmente “inopportuno ed abominevole” è il digiuno dei modernisti in quanto offende, col suo indifferentismo, il vero Dio e la vera Religione.
Ascoltiamo San Pio X nel condannare le tesi dei modernisti: «Or questa esperienza, poi che l’abbia alcuno conseguita, è quella che lo costituisce propriamente e veramente credente. Quanto siamo qui lontani dagli insegnamenti cattolici! Simili vaneggiamenti li abbiamo già uditi condannare dal Concilio Vaticano. Vedremo più oltre come, con siffatte teorie, congiunte agli altri errori già mentovati, si spalanchi la via all’ateismo. Qui giova subito notare che, posta questa dottrina dell’esperienza unitamente all’altra del simbolismo, ogni religione, sia pure quella degl’idolatri, deve ritenersi siccome vera»[2].
Porgiamo l’orecchio a Pio XI: «Persuasi che rarissimamente si trovano uomini privi di qualsiasi sentimento religioso [il valore universale della preghiera di cui sopra, ndr], sembrano trarne motivo a sperare che i popoli, per quanto dissenzienti gli uni dagli altri in materia di religione, pure siano per convenire senza difficoltà nella professione di alcune dottrine, come su un comune fondamento di vita spirituale. Perciò sono soliti indire congressi, riunioni, conferenze, con largo intervento di pubblico, ai quali sono invitati promiscuamente tutti a discutere: infedeli di ogni gradazione, cristiani, e persino coloro che miseramente apostatarono da Cristo o che con ostinata pertinacia negano la divinità della sua Persona e della sua missione. Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all’ossequente riconoscimento del suo dominio. Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l’ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da Dio»[3].
E fondati sull’infallibile insegnamento dei Sommi Pontefici rigettiamo simili empie iniziative, professando integra la Fede Romana contro gli errori e contro chi li professa e diffonde.
[1] Oratio prima adversus Iudaeos, 2, Migne, Patrologia Graeca 48, col. 846. Traduzione ripresa da andreacarancini.it
[2] San Pio X, Pascendi Dominici Gregis, 8 Settembre 1907.
[3] Pio XI, Mortalium animos, 6 gennaio 1928.
PS : La Redazione di Radio Spada invita i suoi Lettori, nei limiti della cristiana temperanza e in unione alla debita preghiera riparatrice, a contrapporre all’insano digiuno dei modernisti, degli eretici e degli infedeli una sana mangiata cattolica romana. “Et iusti epulentur“!
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