
L’ascesa dei movimenti ‘sovranisti’ identitari, comunque critici dell’attuale assetto europeo rischia di arrestarsi davanti all’inconcludenza: Italexit o no? Sembra di stare davanti a Mike Bongiorno che ti chiede: “Lascia o raddoppia?”. Quanto tempo si potrà stare ancora nel limbo dell’indecisione e del puro brontolio?
Se le tematiche da anni portate avanti non trovano mai uno sbocco decisivo, rischiano di diventare improponibili nel futuro, gettando discredito su un ambiente vasto quanto pensoso.
Nel 2011 il governo Berlusconi si impegnò a ratificare il MES che ancora doveva essere delineato nelle sue linee precise. Quello che Tremonti firmava nel 2011 era già il MES anche se lui auspicava, ma come sua pia illusione, che vi fossero in futuro gli eurobonds. Semplicemente non ci sono mai stati se non nella sua testa e parlo da accanito sostenitore di quel centrodestra del 2008-2011 che per quanto mi riguarda, è finito in quel Novembre 2011 dando la fiducia a Monti. Non possiamo sapere cosa sarebbe successo se fosse continuata l’azione di quel governo, ma sappiamo che il centro-destra appoggiò il governo Monti dall’inizio alla fine votando anche il MES nel 2012 anche con esponenti oggi di FDI. La brillante Giorgia Meloni che nel 2012 preferì non andare a votare senza neanche astenersi, non è una che ha votato contro il MES! Votò Fiscal Compact in costituzione e trattato di Lisbona. A me pare ovvio che piuttosto che bisticciare sulle virgole occorra un minimo di serietà intellettuale: non si può avere come politico un atteggiamento anti eurista e sempre astioso verso l’Unione Europea senza mai però prendere in considerazione esplicitamente, l’ipotesi di una Italexit. Alla fine sia Salvini che la Meloni al posto di Conte oggi, molto probabilmente, farebbero le stesse identiche cose che sta facendo lui: negoziare con Bruxelles.
Mario Draghi salvatore delle patrie? Abbiamo visto qualche ‘sovranista’ strizzare l’occhio a Draghi pur di non vedere più Conte a Palazzo Chigi, come quando pur di non vedervi più Berlusconi, il sinistrume viola gli preferì Mario Monti…Serve una montagna di denaro pubblico per salvare l’economia! Lo dice Draghi. Ma dai! Una ovvietà fino a ieri considerata una bestemmia. E così finalmente dopo venti anni di austerity deflazionista voluta dalla miope finanza tedesca ed oggi pure dalla sua magistratura, finalmente si arriva ad ammettere che invece abbiamo sempre avuto bisogno di politiche monetarie espansive. Ci voleva questo schifoso virus per far cambiare rotta all’ordoliberismo eurista verso scelte keynesiane? Sono diventati finalmente più umani questi burocrati del capitalismo anonimo? Per niente. La crisi mondiale del Covid-19 rappresenta un bivio: ripartire ancora più schiavi e indebitati nei confronti della finanza internazionale, oppure ripartire senza indebitarsi con essa emettendo moneta libera da debito. Insomma se le crisi sono occasione di cambiamento dei paradigmi, non facciamo il gioco di chi vuole rafforzarsi a danno dei popoli. Passando pure per filantropo invece che per cinico. E’ il momento di alzare il prezzo della nostra permanenza nella moneta unica.
Primo: come previsto la UE ci sta ricattando verso il MES che pur non essendo quello del 2012 è uno strumento troppo piccolo per la crisi economica e troppo grande per il vincolo di spesa sanitaria, ma il governo pare ancora diviso su questo. Vedremo cosa farà Conte e se, in caso di un pessimo accordo, il M5S staccherà la spina. Per adesso ancora non è successo niente;
Secondo: i nostri BTP sarebbero invece il nostro successo? In realtà…NO. Per funzionare, questi titoli non possono riguardare solo un finanziamento per le spese sanitarie ma anche quello per la ripresa economica e, sebbene da emettersi senza DIRETTE CONDIZIONALITA’ come i prestiti richiesti al MES, COMUNQUE andrebbero ad aumentare in modo spaventoso il nostro debito pubblico che INDIRETTAMENTE ci spingerebbe alle medesime se non peggiori condizionalità. Per essere appetibili ai risparmiatori, questi titoli non possono avere tassi bassissimi e vincoli troppo lunghi nel tempo;
Terzo: non fatevi più irretire da qualche finto colto complessato magari pure in buona fede o da qualche tecnosaputello che è pagato per non capire. Come italiani siamo contribuenti netti del baraccone di Bruxelles, perché è più quello che diamo di quello che prendiamo. Germania e Olanda NON CI HANNO MAI DATO UN EURO e se dipendesse forse dagli italiani, SAREMMO NOI A NON DARE PIU’ UN SOLDO ALLA UE E ALLE BANCHE TEDESCHE come quando “salvammo la Grecia”;
Quarto: gli eurobond o i coronabonds, se raccogliessero la liquidità privata e fossero emessi dalla Banca Europea degli Investimenti, senza gravare sui bilanci dei Paesi, con una BCE garante di ultima istanza, forse potrebbero rappresentare una novità che salverebbe la faccia e il ruolo dell’Europa. Questa ipotesi non piace a tedeschi e olandesi. Nord e sud Europa si dividono su una nuova direttrice: quanta parte dei fondi raccolti con bond comuni verrà erogata sotto forma di prestiti e quanta sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto. Tutti sperano che alla fine sia mamma (meglio matrigna) BCE a garantire o i “btp di Bagnai” o gli “eurobond di Tremonti” perché come dice Giorgia Meloni “bisogna costringerla”. Peccato che lo Statuto non glielo consenta (né a lei di costringerla né alla BCE di ascoltarla);
Quinto: quando torneremo a votare, a meno che non siate tutti masochisti, bisognerà scegliere SOLO chi intende DAVVERO ED ESPLICITAMENTE farci uscire da questo Gulag chiamato UE e quindi, come diretta conseguenza, anche dall’euro, ma sorge una domanda. Possiamo fidarci di chi oggi “scatena l’inferno” ma che ieri ha votato proprio il recepimento del MES, del fiscal compact, del Pareggio di Bilancio e del Trattato di Lisbona?
Ebbene, già lo sapete cari amici o conoscenti, virtuali e non, la verità amara è che nessuno ci salverà. Nessuno.
Si salvi chi può con le sue forze e se gliene rimangono ancora, aiuti il suo prossimo. Ritroviamo tra di noi il senso di una reale solidarietà con un abbraccio contagioso, trasmettendoci a vicenda lo spirito di una comunità nazionale.
Ho solo un desiderio: essere smentito dai fatti.
Pietro Ferrari
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