di Piergiorgio Seveso

In Radio Spada ognuno di noi redattori e scrittori, oltre ai propri interessi culturali e alle proprie passioni ecclesiali e inclinazioni teologiche, mostra e quasi ostende la propria persona per il semplice motivo che a Radio Spada ha donato tutto se stesso, senza né tornaconti personali, né, per così dire, diritti di recesso.

Non si tratta ovviamente come taluni malignanti e mugugnanti vorrebbero di vano esibizionismo (personalmente se c’è qualcosa che ho gradito in questa pur terribile e faticosa quarantena è stato l’isolamento e direi anche una certa invisibilità) ma di un darsi nella propria totalità alla Buona Battaglia.

E’ stata poi mia cura, da quando sono diventato Presidente (si quid est sed EST) al servizio di Radio Spada, di occuparmi dell’inquadramento storico e di focalizzare il senso di quello che stavamo facendo e ancora meglio, per usare un termine forse oggi un po’ desueto, di creare una forte “narrazione radiospadista” che entrasse nei cuori, nelle storie personali, nei percorsi di maturazione dei singoli, anche attraverso l’uso incessante dei social network.

Era anche abbastanza facile per me, sedevacantista Cassiciacum, avere più tempo a disposizione da usare ma non per interessarmi e appassionarmi, pur nell’attenzione doverosa e costante che il nostro sito riserva alle vicende della “chiesa ufficiale”, alle polemiche quotidiane tra modernismo, moderatismo, conservatorismo e finanche tradizionalismo.

Era giocoforza ovvio che mi occupassi di mondi più piccoli, minuti, marginali, dei nostri cortili e ballatoi, delle vere “periferie esistenziali” (e qui ringrazio il corsaro argentino per il suggerimento) ovvero del piccolo ma coraggioso mondo della resistenza alla “rivoluzione conciliare”.

L’ho fatto e lo sto facendo, grazie alla collaborazione di Luca Fumagalli, con la rubrica “Ai piedi del trono vuoto”, rubrica che spalanca degli scenari impensati e quasi inconcettualizzabili fino a qualche anno nel mondo del radicalismo integrista italiano, ma lo faccio soprattutto analizzando le vicende del nostro blog e della nostra casa editrice, vero specchio non deformante dei tempi ecclesiali che stiamo vivendo.

Attraverso molti articoli scritti in questi anni, in occasione di anniversari o delle nostre giornate di cultura radiospadista, credo di aver posto le basi per la storicizzazione di quello che siamo andati svolgendo e organizzando, una storicizzazione certamente difficile per qualcosa ancora totalmente in divenire e sempre aperto a nuove sperimentazioni.

I documenti, o prendendo un calco tra il serio e il faceto, i “Monumenta radiospadistica” che quotidianamente compulso e “rumino” sono molti e tutti a loro modo edificanti e corroboranti per una passione che non conosce né requie, né sosta.

In questo tempo della storia italiana, sospeso nel limbo della paura e dell’incertezza, dove beninteso Radio Spada è sempre rimasta al suo posto senza retrocedere, né deflettere dal proprio impegno, mi sembra utile condividere con voi alcuni di questi documenti.

Lo faccio anche per darvi una maggiore conoscenza di noi e per generare un qualche entusiasmo associativo (senza lo zelo del piazzista) che si possa innestare nel tesseramento di Radio Spada 2020

attualmente in corso e, per inciso, ringrazio tutti gli amici che sono già accorsi sotto le nostre modeste insegne.

Tra i vari documenti della piccola “storia del radiospadismo” che mi piace e mi piacerà (ma non faccio promesse da marinaio) riportare alla vostra attenzione, ho scelto oggi questa conferenza del 22 luglio 2015, tenuta all’Università Cattolica del Sacro Cuore da Luca Fumagalli e da me, la seconda dove in un contesto pubblico ed ufficiale si tenta di tracciare un primo bilancio della nostra azione.

In quella Milano afosa e canicolare ma mai abbastanza rimpianta, due tra i fondatori di Radio Spada esprimevano con molta chiarezza e lucidità i presupposti dottrinali, morali e direi quasi il Geist radiospadistico.

Sono già presenti non solo in nuce ma ampiamente esplicitate le principali linee direttrici della nostra azione e una serie di spunti ancora attuali che potrebbero essere graditi ai nostri lettori.

Buon ascolto e alla prossima!