
Su questo argomento abbiamo già pubblicato:
- Il Vaticano “ha stabilito che Enzo Bianchi deve lasciare la Comunità di Bose”
- Enzo Bianchi fuori da Bose. Ma il comunicato del “monastero” apre non pochi interrogativi
- Contro-comunicato di Enzo Bianchi: “false accuse”
- Enzo Bianchi, per cui il Dio di Fatima “non è credibile”, è stato silurato con un decreto firmato il 13 maggio
In particolare con l’articolo Enzo Bianchi fuori da Bose. Ma il comunicato del “monastero” apre non pochi interrogativi, notavamo come molte questioni sollevate attorno ai fatti di Bose necessitassero un sereno chiarimento. Tra l’altro ci chiedevamo, sulla base del comunicato stesso:
- Il ruolo di Bose rischia addirittura di essere indebolito o annullato dalle scaramucce causate da tre frati e una suora?
- Se Bianchi si è dimesso dal ruolo di priore a inizio 2017, come si è arrivati in poco più di due anni alla visita apostolica e nemmeno in tre anni e mezzo alla decisione dell’allontanamento?
- Vista l’autoproclamata rilevanza ecclesiale ed ecumenica, in cosa consistono i gravi disagi a cui si allude?
- Da cosa dipende l’annunciato rifiuto dei provvedimenti da parte di alcuni destinatari, al punto da determinare una situazione di confusione e disagio ulteriori?
Ora a evidenziare la necessità di chiarezza è anche il progressista don Mario Marchiori responsabile nella parrocchia di San Defendente (Biella), della ormai antica rassegna «Una chiesa a più voci» che ha ospitato fra i tanti – annota La Stampa – Peppino Englaro, Moni Ovadia, don Ciotti e Giannino Piana, Vito Mancuso, Emma Bonino e più volte anche monsignor Bettazzi. Insomma, aggiungiamo noi, un bel mix di eterodossi, eccentrici e nemici del Cattolicesimo.
«Frequentavo Bose, ne ho seguito la nascita e la crescita con i primi sospetti e prese di distanza – spiega sempre a La Stampa. […]. Negli anni Enzo è diventato un’icona, nonostante il carattere non facile, un accentratore con carisma e sapienza non comuni. Criticato e allo stesso tempo apprezzato all’interno della Conferenza Episcopale italiana e in Vaticano e pure da Papa Francesco e da Giovanni Paolo II. Che ci fossero tensioni, conflitti, malumori, fuoriuscite dalla Comunità era risaputo. Che la libera rinuncia a priore e la nomina del suo successore non fosse indolore era da mettere in conto. Ma che nel giro di poco tempo la situazione precipitasse e dovesse intervenire il Vaticano pone degli interrogativi che meriterebbero delle risposte chiare»
lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti… ( io nemmeno mi fermo per un inchino, e passo oltre…)
“Ma è un antico detto che spesso il male si ritorce contro se stesso”….