Pio IX (e con lui successori e predecessori), se avesse visto questo comunicato, lo avrebbe gettato nel camino. Lo spirito che anima le righe della nota della presidenza CEI contro una nuova legge anti-omofobia sono di un’orizzontalità mondana inquietante: tutto si declina in termini liberali, senza un barlume di ambizione spirituale, senza un cenno alla verticalità e al fine autentico dell’uomo, insomma tutto impregnato dell’idea di libertà opposta a quella espressa nel Sillabo. Del resto, non ci si poteva aspettare di più. Un testo veramente modesto. Per chi ha voglia di leggerlo, lo riportiamo dal sito originale:
“Nulla si guadagna con la violenza e tanto si perde”, sottolinea Papa Francesco, mettendo fuorigioco ogni tipo di razzismo o di esclusione come pure ogni reazione violenta, destinata a rivelarsi a sua volta autodistruttiva.
Le discriminazioni – comprese quelle basate sull’orientamento sessuale – costituiscono una violazione della dignità umana, che – in quanto tale – deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni. Trattamenti pregiudizievoli, minacce, aggressioni, lesioni, atti di bullismo, stalking… sono altrettante forme di attentato alla sacralità della vita umana e vanno perciò contrastate senza mezzi termini.
Al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio.
Questa consapevolezza ci porta a guardare con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati contro i reati di omotransfobia: anche per questi ambiti non solo non si riscontra alcun vuoto normativo, ma nemmeno lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni.
Anzi, un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso.
Crediamo fermamente che, oltre ad applicare in maniera oculata le disposizioni già in vigore, si debba innanzitutto promuovere l’impegno educativo nella direzione di una seria prevenzione, che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona. Su questo non servono polemiche o scomuniche reciproche, ma disponibilità a un confronto autentico e intellettualmente onesto.
Nella misura in cui tale dialogo avviene nella libertà, ne trarranno beneficio tanto il rispetto della persona quanto la democraticità del Paese.
La Presidenza della CEI
Roma, 10 giugno 2020
Carissimi,
voi scrivete:
“Pio IX (e con lui successori e predecessori), se avesse visto questo comunicato, lo avrebbe gettato nel camino. Lo spirito che anima le righe della nota della presidenza CEI contro una nuova legge anti-omofobia sono di un’orizzontalità mondana inquietante: tutto si declina in termini liberali, senza un barlume di ambizione spirituale, senza un cenno alla verticalità e al fine autentico dell’uomo, insomma tutto impregnato dell’idea di libertà opposta a quella espressa nel Sillabo. Del resto, non ci si poteva aspettare di più. Un testo veramente modesto”.
PREMESSO CHE avete ragione al 412%, a parziale giustificazione degli autori, mi permetto di fare una osservazione. Secondo voi, tenuto conto di a quali interlocutori era diretto, un testo con appena appena qualche riferimento non meramente “orizzontale” sarebbe stato almeno letto? Volendo, con un po’ di “fantasia” il testo in oggetto potrebbe essere considerato un’applicazione di argomento “ad hominem”. Ovvero, da sempre (c’è ne da esempio spesso San Paolo, negli Atti degli Apostoli), in quelle situazioni nelle quali l’argomento giusto (quello “Verticale”) non sarebe compreso, è lecito ricorre ad argomenti, se non proprio “sbagliati”, quanto meno “parziali” .Ricordate l’argomento “Behe toven” contro l’aborto? Amerio dedica un intero capitlo, per dimostrare (giustamente) che NON è un argomento cattolico, ma credo che abbia salvato qualche bimbo, poiché colpisce l’attenzione .Onestamente non penso che gli estensori del documento si siano avventurati in tali questioni. Tutto lascia pensare che hanno scritto qualche cosa, giusto per scriverla. Però, in se stesse, le “carenze” che avete evidenziato, ripeto, si potrebbero giustificare sotto questa luce. Noi sappiamo bene quali sono i veri motivi per essere contro questa legge: un elenco di motivi che si possono riassumere :” Va contro la legge divina e quella naturale . Ve li immaginate i nostri politici, anche quelli di centro-destra, di fronte a tale affermazione, cosa avrebbero fatto? Le reazioni sarebbero andate dal sorrisetto di scherno al cetinamento immediato .
Ritengo che tutti noi cattolici dobbiamo tornare ad essere Chiesa militante e non pellegrina, cioè ospite. Alziamo la testa, schiena dritta e avanti nel contrasto a questo scempio offensivo della perfezione della Creazione. Tocca a noi. Ci sono già associazioni che si stanno muovendo, quindi basta dare la propria adesione a quanto metteranno in atto. Non farò nomi, ma due in particolare (una nata in Spagna, l’altra in Italia e a favore di vita e famiglia) si stanno mobilitando egregiamente. Chi è determinato vince, quindi bando alle ciance e si lotti tutti insieme contro questo attentato alla democrazia.