
Il tema della libertà di coscienza, come di religione, è uno dei capisaldi del Vaticano II e di TUTTI papi successivi, quindi non ci stupiamo che oggi Francesco abbia celebrato la Giornata della Coscienza richiedendo “possa sempre e dovunque essere rispettata la libertà di coscienza“. Vogliamo però ribadire che questo caposaldo è erroneo ed eretico, oggetto di condanna nelle trattazioni dei Padri della Chiesa e, soprattutto, nel magistero dei Romani Pontefici fino a Pio XII. Da questo ricco bagaglio scegliamo un brano della Mirari vos dedicato alla libertà di coscienza.
«Da questa corrottissima sorgente dell’indifferentismo scaturisce quell’assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza: errore velenosissimo, a cui apre il sentiero quella piena e smodata libertà di opinione che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato, non mancando chi osa vantare con impudenza sfrontata provenire da siffatta licenza qualche vantaggio alla Religione. “Ma qual morte peggiore può darsi all’anima della libertà dell’errore?” esclamava Sant’Agostino [Ep. 166]. Tolto infatti ogni freno che tenga nelle vie della verità gli uomini già diretti al precipizio per la natura inclinata al male, potremmo dire con verità essersi aperto il “pozzo d’abisso” (Ap 9,3), dal quale San Giovanni vide salire tal fumo che il sole ne rimase oscurato, uscendone locuste innumerabili a devastare la terra. Conseguentemente si determina il cambiamento degli spiriti, la depravazione della gioventù, il disprezzo nel popolo delle cose sacre e delle leggi più sante: in una parola, la peste della società più di ogni altra esiziale, mentre l’esperienza di tutti i secoli, fin dalla più remota antichità, dimostra luminosamente che città fiorentissime per opulenza, potere e gloria per questo solo disordine, cioè per una eccessiva libertà di opinioni, per la licenza delle conventicole, per la smania di novità andarono infelicemente in rovina».
Il testo integrale della enciclica “Mirari vos” potete trovarlo, assieme ad altri documenti papali caduti nell’oblio della crisi modernistica, nel pamphlet “Cent’anni di magistero quasi dimenticato“.

Nessuna meraviglia. Anche qui puntuale discepolo di Ratzinger- e del concilio…