A Roma, presso la chiesa di sant’Alfonso all’Esquilino, si venere una icona cretese del secolo XII: l’icona della Madonna del Perpetuo Soccorso. Seconda la tradizione l’effigie mariana fu rubata in una chiesa dell’isola di Creta da un mercante. La nave che lo riportava a Roma fece naufragio: tutti però si salvarono e il miracolo venne attribuito alla Vergine. Il mercante ladro custodì l’immagine a casa sua e alla sua morte l’affidò ad un amico affinché la portasse in una chiesa. Questi non eseguì le ultime volontà dell’amico e si tenne in casa l’icona. Alla sua morte, Maria Santissima apparve in sogno alla figlia, chiedendole che la sua immagine fosse portata in una chiesa tra il Laterano e Santa Maria Maggiore: la madre la portò allora nella chiesa di San Matteo il 27 marzo 1499. Quando la chiesa fu distrutta nel 1798, in concomitanza con l’invasione francese, l’Effigie, gloriosa per miracoli, fu portata a Santa Maria in Posterula. Quando i Redentoristi acquistarono il terreno dove era sita la distrutta chiesa di San Matteo per edificarvi la chiesa di Sant’Alfonso, vollero riporvi anche la Madonna del Perpetuo Soccorso. Il desiderio fu soddisfatto da Pio IX che l’affidò loro nel 1866.

I. Ecco, o Madre del Perpetuo Soccorso, ai piedi vostri un misero peccatore, che a voi ricorre e in voi confida. O Madre di misericordia, abbiate pietà di me: io sento chiamarvi da tutti il rifugio e la speranza dei peccatori: siate dunque il rifugio e la speranza mia. Soccorretemi per amore di Gesù Cristo: date la mano ad un misero caduto, che a voi si raccomanda e si dedica per vostro servo perpetuo. Benedico e ringrazio Iddio, che per sua misericordia mi ha donata questa confidenza in voi, sicura caparra della mia eterna salute. Ah! che pur troppo per il passato io misero son caduto, perché non sono ricorso a voi. So che col vostro soccorso vincerò; so che mi aiuterete, se a voi mi raccomando; ma temo che nelle occasioni di cadere io abbia a lasciare di chiamarvi e così mi perda. Questa grazia dunque vi cerco, di questa vi scongiuro quanto so e posso, che cioè negli assalti dell’inferno sempre ricorra a voi e vi dica: Maria aiutatemi; Madre del Perpetuo Soccorso, non permettete che perda il mio Dio.
Tre Ave, Maria.
II. O Madre del Perpetuo Soccorso, concedetemi, che io possa sempre invocare il vostro potentissimo nome, mentre il vostro nome è l ’aiuto di chi vive, la salute di chi muore. Ah! Maria purissima, Maria dolcissima, fate che il vostro nome sia da oggi innanzi il respiro della mia vita. Signora, non tardate a soccorrermi sempre che vi chiamo, giacché in tutte le tentazioni, che mi combatteranno, in tutti i bisogni, che mi occorreranno, io non voglio lasciar mai di chiamarvi, replicando sempre: Maria, Maria. Quale conforto; quale dolcezza, quale confidenza, quale tenerezza sente l ’anima mia in solo nominarvi, in solo pensare a voi ! Ringrazio il Signore, che vi ha dato per mio bene questo nome così dolce, così amabile, così potente. Ma non mi contento di solamente nominarvi; voglio nominarvi per amore; voglio che l ’amore mi ricordi di chiamarvi sempre: Madre del Perpetuo Soccorso.
Tre Ave, Maria.
III. O Madre del Perpetuo Soccorso, Voi siete la dispensiera di tutte le grazie, che Dio concede a noi miserabili, ed a questo fine vi ha fatta così potente, così ricca, così benigna, acciocché ci soccorriate nelle nostre miserie. Voi siete avvocata dei rei più miseri ed abbandonati, che a voi ricorrono: soccorrete me ancora, che a voi mi raccomando. In mano vostra metto la mia eterna salute; a voi consegno l ’anima mia. Ascrivetemi tra i vostri servi più fedeli, prendetemi sotto la vostra protezione e ciò mi basta: sì, perché, se Voi mi soccorrete, non temo niente: non dei miei peccati, perché Voi me ne otterrete il perdono; non dei demoni, perché Voi siete più potente di tutto l’inferno; non del mio stesso giudice Gesù, perché ad una vostra preghiera Egli si placa. Temo solo, che per mia negligenza lasci di raccomandarmi a voi e così sarò perduto. Signora mia, ottenetemi il perdono dei miei peccati, l ’amore a Gesù, la perseveranza finale e la grazia di sempre ricorrere a voi, Madre del Perpetuo Soccorso.
Tre Ave, Maria.
(Indulgenza di 500 giorni, S. Rituum C., 17 maii 1866; S. Paen. Ap., 2 mart. 1934).