Radio Spada ha seguito con attenzione la questione posto a ridosso, durante e dopo il Sinodo Amazzonico rispetto del celibato ecclesiastico: non solo abbiamo dato notizia delle fughe in avanti dei progressisti, dei baloccamenti dei conservatori e della velenosa sintesi fatta dal Bergoglio; abbiamo anzitutto fornito ai Lettori il magistero della Chiesa a tal riguardo; ed abbiamo analizzato le cause dell’attacco a questo istituito radicate nell’attacco protestante e modernista al Sacerdozio Cattolico. Su questa scia si colloca dunque questo articolo che riprendiamo da fsspx.news.
L’esortazione post-sinodale Querida Amazonia (2 febbraio 2020) ha mantenuto il silenzio sulla questione dei sacerdoti sposati e delle diaconesse, ma ciò non significa che queste due rivendicazioni siano state abbandonate dai teologi progressisti.
A proposito dei sacerdoti sposati, il vaticanista Sandro Magister riferisce sul suo blog Settimo Cielo dell’8 giugno 2020, le parole allarmanti di P. Antonio José De Almeida, sacerdote della diocesi di Apucarana nel sud del Brasile, professore alla Pontificia Università Cattolica di Paraná.
Questo sacerdote è noto per aver sviluppato le proposte ultra-progressiste avanzate da Mons. Fritz Lobinger, vescovo di Aliwal (Sudafrica) dal 1987 al 2004, che prevede “squadre di anziani” a capo delle parrocchie, uomini o donne, sacerdoti celibi o sposati, ordinati e con il potere di celebrare la messa. Papa Francesco ha ripetutamente citato le proposte del vescovo Lobinger come linee di riflessione, senza mai condannarle.
Per padre De Almeida, che parla nella rivista italiana Il Regno, dell’aprile 2020, il silenzio del Papa sulla questione dei preti sposati non indica una rinuncia. Dovrà solo essere fatto in più fasi. Il “primo passo” sarà quello di “elencare i motivi per cui una diocesi intende offrire l’ordinazione di uomini sposati”. Una diocesi potrebbe anche fare questo primo passo di propria iniziativa, ma “sarebbe meglio decidere di farlo con diocesi vicine, magari a livello di una provincia ecclesiastica o in una conferenza episcopale regionale”. Questo sarebbe “il secondo passo”.
Il “terzo passo” avrà luogo una volta elaborato il “progetto”; si tratterà quindi di “presentare la richiesta alla Santa Sede”. Alla domanda del giornalista de Il Regno: “E la Santa Sede risponderà favorevolmente? “, padre De Almeida ha risposto fiducioso: “Certamente la Santa Sede può farlo. Nel contesto amazzonico e dato il processo sinodico avviato dall’annuncio del sinodo speciale per l’Amazzonia, non ho dubbi al riguardo”.
Secondo il prete brasiliano, potrebbe anche accadere che nel frattempo venga istituito nella regione un “rito amazzonico” sul modello delle Chiese sui iuris, come i greco-cattolici, per cui esiste il “sacerdozio sposato”. In questo caso, “ciò cambierebbe tutto”, perché lo stesso “sacerdozio sposato” sarebbe parte di questo nuovo rito autonomo. Inoltre, rivela senza mezzi termini, che “la nota 120 di Querida Amazonia, che ne parla, è già letta da alcuni nel contesto della nota 336 di Amoris lætitia, che ha aperto la porta alla comunione dei divorziati risposati”.
Sandro Magister ricorda che la nota 120 di Querida Amazonia dice solo che: “Nel sinodo è nata la proposta di elaborare un ‘rito amazzonico’ “. Proprio come le note 336 e 351 di Amoris lætitia fanno solo allusioni alla comunione di divorziati che si sono risposati civilmente: “In alcuni casi, può anche riguardare l’aiuto dei sacramenti … ricompensa per i perfetti, ma un rimedio generoso e cibo per i deboli … Il discernimento può riconoscere che, in una situazione particolare, non c’è colpa grave …”.
Il vaticanista romano aggiunge: “Come in Amoris lætitia, queste allusioni sono servite da leva per un’applicazione molto ampia – e per molti abusiva – dell’esortazione apostolica post-sinodale, un’interpretazione autorizzata da Papa Francesco in persona, così alcuni vorrebbero che accadesse lo stesso con questa piccola nota a piè di pagina in Querida Amazonia“.
(Fonti: Settimo Cielo – trad. à partir de diakonos – FSSPX.Actualités – 24/06/2020)