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Chiacchierata (veloce) col Guelfo Rosa.

RS: E del “dio” che sbarca, virgolette e minuscola d’obbligo, che si dice?

GR: Parlate dell’ultima uscita bergogliana? Quella sugli immigrati che sbarcano? Come sempre lo stile è ereticale. Ma nel senso etimologico, più che teologico.

RS: Approfondiamo.

GR: La Dottrina cattolica difende la carità e la prudente accoglienza, non l’immigrazione indiscriminata o l’invasione (ndRS: vedere RS-Encyclopædia – Popoli e immigrazioneImmigrazionismo e multiculturalismo), però non è questo il punto. Il punto è lo stile di scegliere i pezzi della realtà che fanno comodo (eresia significa scelta) e riassemblarli per farli quadrare con le proprie idee.

RS: Ovvero?

GR: Bergoglio prende i penultimi 5 minuti del film ma si scorda tutto il resto, prima e dopo. Insomma il “dio” immigrato che sbarca, lo fa per mezzo di negrieri-scafisti che in barba a qualunque legge (o anche solo sentimento di umanità) lo buttano su una bagnarola a rischio della vita per sporchi interessi di lucro criminale. Lo fanno depauperando l’Africa di energie e il “dio” immigrato di soldi, con un sistema di estorsione piuttosto noto. Il tutto col plauso o l’aiuto di noti dissolutori politico-culturali dell’ordine cristiano, che un giorno aiutano e invocano gli sbarchi e l’altro sponsorizzano leggi contro la famiglia e la Dottrina. Non parliamo poi dei lucri legali dell’accoglienza-business. Il “dio” che sbarca è solo un fotogramma (e nemmeno il più rilevante) di questo orribile film, che di cattolico non ha neanche l’ombra. Ma viene scelto e isolato, quasi elevato a dogma. Ideologia pura.

RS. Le obiettierebbero che ci si riferisce al soccorso.

GR: Benissimo, allora però bisogna combattere tutto il resto di cui ho parlato. Che dite? Biosognerebbe spiegare cosa dice la Dottrina sulla prudente accoglienza, bisognerebbe chiarire cos’è lo scafismo, cos’è e come funziona il business legale dell’assistenza agli immigrati. E ancora: chi si frega le mani e si riempie le tasche, chi plaude e per quali motivi. Altrimenti siamo ai soliti slogan. Guardate, il tema della scelta (“eretica”) nella lettura della realtà è un problema fondamentale che valica questo tema: tutte le posizioni ideologiche anticattoliche – compresa una certa gnosi immanentistica – hanno bisogno di fare un solve et coagula per rifabbricare una pseudoverità sentimentale.

RS. E la lista si potrebbe allungare.

GR: Certo, pur non volendo cadere in giudizi temerari e senza stabilire legami improbabili, il quadro è quello che abbiamo visto. Non parliamo poi del rapporto di tutto questo con l’idea umanitaria-orizzontale tipica del neomodernismo bergogliano.

RS: Ma il problema lo precede.

GR: Ovvio, l’idea del melting-pot immigrazionista, va a braccetto con l’ecumenismo interreligioso e sincretista: di questo ultimo aspetto dobbiamo “ringraziare” il Concilio e in particolare i predecessori polacchi e bavaresi. Semplificando: se cadono confini fra le religioni (cioè tra il vero e il falso), cadono pure i confini tra i popoli. Poi cadono tra i sessi, tra l’uomo e le piante, e così via.

E qui torniamo al discorso dell’eresia. Piuttosto semplice, no?