Quando si concluse il Sinodo amazzonico, tra le bottiglie di spumante del mondo di mezzo conservatore per lo scampato pericolo e i sospiri di sollievo per la presunta frenata bergogliana, su Radio Spada – non senza una punta di disincanto – facemmo notare che la rivoluzione andava avanti secondo le sue abituali dinamiche (“Esortazione, colpo da maestro modernista: (quasi) tutti cantano vittoria e la rivoluzione avanza”).
La cronaca dei mesi successivi ha dimostrato quale fosse il cammino intrapreso dal (declinante, questo sì) bergoglismo 3.0. Ora arriva una nuova e netta conferma che, fondandosi (comprensibilmente) sul Vaticano II segna un decisivo punto nello svuotamente del ruolo sacerdotale.
La Congragazione per il Clero rende noto e ribadisce che i laici potranno celebrare matrimoni e funerali. In effetti, ancora una volta va notato come i neomodernisti bergogliani non si inventino nulla, ma si limitino ad approfondire un solco già tracciato (e le note a piè di pagina lo dimostrano ampiamente).
Per comprendere, oltre le semplificazioni giornalistiche, la degenerazione conciliare (di cui anche in questo articolo possiamo contemplare i frutti) rimandiamo, tra l’altro, ai volumi:
- Il tridente antimodernista. I tre testi Pontifici che condannano tutti gli errori oggi trionfanti, Pio IX, Pio X, Pio XI;
- Cosa Vostra. Dalla Pro Deo alla “mafia di San Gallo”. Gli “affari riservati” della “chiesa della misericordia”, K. Enòsas (seconda edizione);
- Sed gladium. Dottrina e Sacra Scrittura contro l’ecumenismo, A. Giacobazzi, prefazione don M. Tranquillo;
Di seguito il prolisso testo dell’Istruzione: “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa”. Grassettature nostre:
[…]
1. La riflessione ecclesiologica del Concilio Vaticano II e i notevoli cambiamenti sociali e culturali degli ultimi decenni hanno indotto diverse Chiese particolari a riorganizzare la forma di affidamento della cura pastorale delle comunità parrocchiali. Ciò ha consentito di avviare esperienze nuove, valorizzando la dimensione della comunione e attuando, sotto la guida dei pastori, una sintesi armonica di carismi e vocazioni a servizio dell’annuncio del Vangelo, che meglio corrisponda alle odierne esigenze dell’evangelizzazione.
[…]
98. Oltre a quanto compete ai Lettori e agli Accoliti stabilmente istituiti[146], il Vescovo, a suo prudente giudizio, potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi[147] ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco, come, ad esempio:
1°. La celebrazione di una liturgia della Parola nelle domeniche e nelle feste di precetto, quando «per mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica»[148]. Si tratta di una eventualità eccezionale, a cui fare ricorso solo in circostanze di vera impossibilità e sempre avendo cura di affidare tali liturgie ai diaconi, qualora siano presenti;
2°. L’amministrazione del battesimo, tenendo presente che «ministro ordinario del battesimo è il Vescovo, il presbitero e il diacono»[149] e che quanto previsto dal can. 861, § 2 costituisce un’eccezione, da valutarsi a discrezione dell’Ordinario del luogo;
3°. La celebrazione del rito delle esequie, nel rispetto di quanto previsto dal n. 19 dei Praenotanda dell’Ordo exsequiarum.
99. I fedeli laici possono predicare in una chiesa o in un oratorio, se le circostanze, la necessità o un caso particolare lo richiedano, «secondo le disposizioni della Conferenza Episcopale»[150] e «in conformità al diritto o alle norme liturgiche e nell’osservanza delle clausole in essi contenute»[151]. Essi non potranno invece in alcun caso tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia[152].
100. Inoltre, «dove mancano sacerdoti e diaconi, il Vescovo diocesano, previo il voto favorevole della Conferenza Episcopale e ottenuta la licenza dalla Santa Sede, può delegare dei laici perché assistano ai matrimoni»[153].
[147] Nell’atto con cui il Vescovo affida i summenzionati compiti a diaconi o a fedeli laici, determini chiaramente le funzioni che sono abilitati a svolgere e per quanto tempo.
[148] C.I.C., can. 1248, § 2.
[149] Ibid., can. 861, § 1.
[150] Ibid., can. 766.
[151] Ecclesiae de mysterio, art. 3, § 4: AAS 89 (1997), 865.
[152] Cfr. C.I.C., can. 767, § 1; Ecclesiae de mysterio, art. 3, § 1: AAS 89 (1997), 864.
[153] C.I.C., can. 1112, § 1; cfr. Giovanni Paolo II, Costituzione apostolica Pastor Bonus (28 giugno 1998), art. 63: AAS 80 (1988), 876, a proposito delle competenze della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
e che volete che sia questo…Abbiamo anche il prete che in fascia tricolore unisce in ‘matrimonio’ due femmine ( sue amiche???)…Per garantire i diritti di tuttI, certamente. Dove poi in questo ‘tutti’ sono proprio i diritti di Dio ad essere esclusi, di proposito, di quel Dio del quale il libertario prete si dice al servizio…. (é vero, il vescovo ha definito il gesto ‘inopportuno’…. Caspita, INOPPORTUNO!!! Sai, c’è la gente da considerare….Non corriamo troppo… (Come se la strada corsa non fosse oltre ogni immaginazione…quella, dico, percorsa da una PAGLIACCIATA DI CHIESA!