
“Sono stato io ad appiccare il fuoco”.
Questa la confessione, ad una settimana dal rogo che ha gravemente danneggiato la cattedrale gotica di Nantes, del volontario ruandese già arrestato poi rilasciato nel corso delle indagini.
I rimorsi, come dice l’avvocato, l’hanno portato a liberarsi del peso della colpa e ad ammettere la sua responsabilità nell’accensione dei tre inneschi che hanno ridotto in cenere i due organi e annerito la struttura.
“Ha confessato e si rammarica dei fatti. Questo è certo – continua il legate del volontario trentanovenne – È pentito”.
Ancora ignoto il movente.
Ricapitolando :
profugo, si fa per dire, dal Ruanda, senza un soldo e morto di fame viene accolto dai buoni samaritani di Nantes che gli offrono un posto di lavoro, una paga ed un ricovero.
Ma ad un certo punto qualcosa al ruandese va storto.
Forse un permesso di soggiorno non rinnovato.
A questo punto scatta la (logica) rivalsa : il ruandese decide di “punire” gli ODIATI simboli dell’ occidente, dà fuoco alla cattedrale degli stessi gli gli avevano offerto rifugio, oserei dire alla faccia di Bergoglio con i suoi inni belanti all’ accoglienza (indiscriminata, of course).
Già pronta la difesa dei solerti avvocati : “é pentito”.
Beh, allora …
si dice che bruciano i nostri simboli, quei simboli che noi novi cristiani abbiamo ridotto a niente ( una chiesa val bene anche come sala da ballo o da mangiatoia o dormitorio…), e poi ci si lamenta, noi novi cristiani, che questi da noi accozzati, ci brucino il niente a cui abbiamo ridotto i nostri singoli…Il baldo ruandese ha fatto solo opera di chiarificazione, e allora perché lagnarci? Perché dovrebbe restare in piedi tutto l’apparato dei nostri simboli, se questo hanno smesso la loro funzione, anzi sono diventati segni della sopraffazione di una cristianità NON ILLUMINATA…? (tenerli solo per ” fare cassa”, è offesa più grave del fuoco – che assurgerebbe al livello di fuoco purificatore…)
Però un commento spicciolo consentitemelo: tra i tanti che potevano assurgere al ruolo di custodi della cattedrale, proprio un immigrato bisognava prendere? È vero che la Francia, più di altri Paesi e forte della sua tradizione giacobina, è purtroppo soggetta a furie iconoclaste (mai contro l’Islam, però: forse perché un musulmano ha metodi di reazione più sbrigativi, per usare un placido eufemismo?), ma è altrettanto vero che la superficialità con cui l’arcivescovado di Nantes ha dato le chiavi di quel gioiello è stata proverbiale. Un sacerdote che esercita la sua missione in quel luogo che cos’ha tanto da fare che non avere il tempo per chiuderla e aprirla? O è forse troppo impegnato a parlare di “inclusione”? Ecco il contraccambio.
ma crediamo ancora che ci sia buona fede da parte di questi preti e vescovi della nova chiesa? Avessero la faccia di assumere la stessa categoria di persone alla funzione di ciambellani nei loro palazzi …
rivoluzionario…reazionario….tutte categorie che non s’addicono al vero cristiano, quale non è il personaggio qui esaminato…
commento finito in casella sbagliata…era per Ratzinger, biografato da Seewald