Alla vicenda di Lizzano mancava solo l’intervento dell’Arcivescovo. Ed infattti è arrivato: uno nota dell’Arcivescovo metropolita di Taranto, Mons. Filippo Santoro. Una nota quasi dello stesso tenore delle parole della sindachessa che, forse sentitasi legittimata da tutta la colluvie di peana alla falsa libertà di opinione che si sentono in questi giorni, si è improvvisata teologa (vedi qui).
Dal sito dell’Arcidiocesi ne riprendiamo il testo integrale:

«Esprimo vivo rammarico per i fatti recentemente verificatisi nella Parrocchia di S. Nicola in Lizzano e che hanno avuto una grande eco mediatica. Un momento di preghiera, che per natura, è, e dovrebbe essere un momento aggregativo, che riunisce la Comunità Cristiana, è diventato, purtroppo, un motivo di divisione, e di contrapposizione. La Chiesa è Madre di tutti i suoi figli, e come tale accoglie e ama tutti senza distinzione alcuna. Nella scia del luminoso insegnamento di Papa Francesco, ribadisco come Padre e Pastore della Chiesa di Taranto che il mio desidero è quello di aiutare e accompagnare tutti a sostenere la fede del nostro popolo costruendo un clima di solidarietà, di rispetto reciproco e di collaborazione per il bene comune. Desidero che cresca una Chiesa che sia capace di gettare “ponti” per allacciare rapporti, per costruire opportunità più che ergere muri di separazione. Le persone vanno “guardate” nelle nostre comunità con gli occhi di Dio, nel pieno diritto, cioè, di ricevere, sentire e vivere da figli di Dio in un’unica famiglia dove ciascuno è simile, ma diverso, e dove la diversità di ognuno è un dono per la ricchezza della comunità, e dove si vive la fatica quotidiana verso la pienezza che il Vangelo ci indica e che illumina tutti gli aspetti della vita familiare e sociale. Così come non si brandisce l’arma della fede al contempo non si può brandire quella di qualsiasi ideologia. Per tale ragione condividiamo la nota del 10 giugno del Card. Bassetti, presidente della CEI, che sostiene che non è necessaria una nuova legge perché «esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprime ogni comportamento violento o persecutorio». Insieme alla CEI, facciamo nostra l’affermazione di papa Francesco: «Nulla si guadagna con la violenza e tanto si perde». Il Papa mette “fuori gioco” «ogni tipo di razzismo o di esclusione come pure ogni reazione violenta destinata a rivelarsi a sua volta autodistruttiva». Auspico, pertanto, un confronto dialogico, franco e costruttivo fra le varie parti per lavorare in un clima di pace e serenità, costruttivo e propositivo per tutta la bella comunità lizzanese. Ho fiducia nella comunità lizzanese perché si ristabilisca la serenità e il dialogo franco. Mi faccio io stesso promotore di un incontro fra il parroco e il sindaco perché Piazza e Chiesa a Lizzano continuino ad essere faro di accoglienza, di incontro e di crescita civile». 

16 luglio 2020

Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto 

Da queste parole, che richiamano quelle dell’Arcivescovo di Sassari che abbiamo riportato ieri (vedi qui), inferiamo che ciò che preme a Monsignor Santoro non è tanto il fatto che alcuni settari capitanati dalla sindaca abbiano ostacolato un rito sacro volto ad impetrare che non si emanino leggi contrarie a Dio ed all’uomo, quanto abbracciare sic et simpliciter i paladini delle medesime ed al contempo stigmatizzare come violenti coloro che brandiscono l’arma della fede (ed en passant di non meglio definite ideologie) con violenza contro il prossimo, creando divisione. Ricordiamo a Sua Eccellenza che Cristo stesso crea divisioni: divisione fra chi è con lui e per lui e chi è contro di lui. Sta scritto chiaro nel Vangelo … sempre che l’Arcivescovo l’abbia mai letto.