(Christian De Sica nei panni di don Rodofo Buro, Vacanze in America, 1984)

Aridatece don Buro, verrebbe da esclamare.

Poco fa abbiamo dato la notizia: Sant’Oreste (Roma): parroco “cattolico” chiede delega a sindaco e “sposa” in fascia tricolore due donne. E già arrivano le dimissioni spontanee.

Si è dimesso spontaneamente. Ha capito l’inopportunità e farà un periodo di riflessione e di verifica“, spiega all’Adnkronos il vescovo di Civita Castellana, mons. Romano Rossi.

Ma… c’è sempre un ma, almento quando ci sono in ballo le diocesi neomoderniste.

Il vescovo ha infatti precisato: Abbiamo dialogato a lungo, non si è trattato di una decisione di autorità. Non è incorso in nessuna censura, ha deciso che era opportuno dimettersi, […] non potrà fare il parroco a sant’Oreste ma una volta chiarite certe cose potrà fare tutto, quando sarà il momento, […] non erano sconosciute al parroco queste donne. Sono battezzate.

Ancora una volta siamo al tacon peor del buso.

Verrebbe da chiedere a questo vescovo che dialoga, che non ha preso decisione di autorità, che non ha fatto incorrere il prete in alcuna censura, e che anzi sostiene come l’intraprendete sacerdote potrà fare tutto, perché mai debba accettare una dimissione spontanea se il fatto è così derubricabile.

Se siamo nel campo della libera pausa di riflessione perché comunicarlo alle agenzie di stampa, bastava una pacca sulla spalla del prete e gli auguri alle “spose”.

Ma si sa: il bel tacer non fu mai scritto.

Soprattuto in casa modernista.