In questo mistero la santissima Trinità operò tre grandi effetti che meritano di essere eminentemente considerati.
I. – Il primo effetto è la grazia comunicata a san Gabriele per il sublime ufficio di un messaggio così solenne. Non dobbiamo considerare in san Gabriele soltanto la grazia personale che gli conviene come ad uno dei primi fra gli angeli; ma pure questa nuova grazia preziosa e straordinaria che dalla SS. Trinità gli venne conferita per la missione di annunciare un mistero così insigne; perché Dio alla creatura dà la grazia in conformità con l’ufficio che le viene affidato.
II. – Il secondo effetto è la grazia che la SS. Trinità operò nella Santissima
Vergine, elevandola alla eccelsa dignità di Madre di Dio, grazia che è la
massima, come la sua dignità è la più elevata. La vita della Vergine può dividersi in tre parti principali: la prima va dalla sua Immacolata Concezione sino all’Annunciazione. Durante questo tempo la Vergine santa continuamente accresceva le grazie che aveva ricevute in grandissima abbondanza, operando sempre secondo tutta l’estensione della sua grazia e così acquistando, senza interruzione, un nuovo aumento di grazia. La seconda va dall’Annunciazione sino all’Ascensione di Nostro Signore; la terza dall’Ascensione sino all’Assunzione in cui Maria ricevette l’ultimo compimento delle sue grazie.
Orbene, di queste tre parti della vita della Vergine santissima, la seconda, che comprende lo stato, la grazia e la vita di Madre di Dio, è il fondamento e
l’origine delle altre due, perché la concezione medesima e la nascita di Maria hanno relazione e proporzione con questa seconda parte. Maria, infatti, nasce per essere Madre di Dio e fin dalla nascita è privilegiata e ornata di grazia, come quella che da Dio eternamente è eletta per essere, nel tempo, Madre e degna Madre di suo Figlio; questa grazia oltremodo sublime ha principio ed è stabilita in questa solennità dell’Annunciazione della Vergine, ed è uno dei punti principali che dobbiamo onorare in questa festa.
III. – Il terzo effetto è la grazia che mediante il mistero dell’Incarnazione, la
santissima Trinità operò nella Umanità del Verbo, in virtù dell’unione intima e personale di questa umanità con la Divinità, grazia che noi dobbiamo adorare in un umile silenzio, piuttosto che dirne troppo poco e così profanarla con la nostra parola ed i nostri pensieri troppo meschini.
da “Le grandezze di Maria”, del Card. Pietro de Bérulle, trad. del sac. Maurilio Andreoletti, 2a ed., Vita & Pensiero, Milano, 1943.