
Spazio ai laici! Questo è da decenni il motto di un clero, quello conciliare, che accusando quello preconciliare di stare chiuso nelle sacrestie, in queste vi si è asserragliato, rifuggendo dagli oneri del Sacerdozio e dai doveri della gerarchia. Sacerdozio e gerarchia sviliti dalle dottrine e dalle pratiche conciliari e post-conciliari. Basti pensare a quanto la nuova messa abbia svilito e svilisca il sacerdote che da sacrificatore passa ad essere presidente della assemblea dei fedeli. Ugualmente la autorità sacra è stata ben limitata nella pratica da consigli pastorali di laici. Si è laicizzato il prete, uno come noi, e clericizzato il laico. E, per non venir meno al tributo verso il mondo moderno, alla laica, investita, cosa inaudita, di funzioni “sacre” durante le celebrazioni liturgiche: da lettrice a ministro straordinario dell’Eucaristia. Si, signori, perché quando ancora le commissioni di Bergoglio sul diaconato femminile stavano ancora in mente Satanae, Paolo VI nel 1973 concedeva, in aperta contraddizione del dogma stabilito a Trento, il potere di amministrare la comunione a persone non insignite dell’ordine sacro. Lo stesso Paolo VI che abolendo gli ordini minori nel 1972 ha aperto la strada alla creazione di ministeri dedicati alle donne: quelli infatti, a differenza delle creazioni montiniane, riguardavano i maschi esclusivamente in quanto inserivano nello stato ecclesiastico, nella sacra gerarchia.
E a livello di immagine, in questo processo di laicizzazione della Chiesa di Cristo – e ricordiamo che Cristo è Sacerdote Sommo non un laico – , crediamo vada inserita anche la creazione a Cefalù in Sicilia di una parrocchia gestita da famiglie, annunziata con entusiasmo da vaticannews.va. Lo stesso sito specifica: “Ad affiancare i laici ci sarà un sacerdote – che assumerà il ruolo di moderatore- al quale spetterà il compito di garantire i sacramenti e le celebrazioni eucaristiche“. Dalla domestica a mezzo servizio al parroco a mezzo servizio.
Già a gennaio del resto avevamo dato notizia della “parrocchia formato famiglia” di San Stanislao a Cinecittà (Roma manca evidentemente di preti!) gestita dal diacono permanente Andrea e dalla moglie.
Si dirà: “E, ma anche nei primi tempi della Chiesa ….”, “Le chiese romane durante la persecuzione pagane erano gestite da famiglie …” e via di obiezione inane in obiezione inane.
Chi attualmente governa la società ecclesiastica è mosso nella maggior parte dei casi da idee (per non usare termini nobili quali filosofia e teologia) agli antipodi del cattolicesimo romano, anzi in quanto modernista punta alla creazione non già una chiesa nuova, ma di varie immagini di chiesa sempre nuova ed al passo coi tempi (e con le rispettive pazzie).
Ciò giustifica, assieme alla prassi ormai consolidata sopra descritta, a mal giudicare questi esperimenti. Sempre che di esperimenti si tratti e non di ben precisi progetti.
Non sono esperimenti ma atti di un processo avviato ed in via di perfezionamento. Ne sono testimone. Il Preposito della Parrocchia di San Pietro di Gattinara, una delle maggiori della diocesi di Vedcelli e mia parrocchia, ha chiesto circa tre anni addietro, a diversi fedeli, tra cui il sottoscritto che si è educatamente negato, di partecipare a sedute di formazione per laici destinati a svolgere mansioni di varia natura e genere nei prossimi anni. Circa la donnetta modernista e saccente a cui già da due anni ha affidato il ministero “ordinario” dell’eucaristia meglio tacere. Catechista insegnante di religione si esprime con l’enfasi ariosa di un Ravasi delle aree depresse.
che se la gestica chi vuole questa poltiglia maleodorante, che siano questi preti o questi laici, che identici sono, prodotti pari di questa poltiglia…