Nato ad Alfaro (La Roja, Spagna) il 9 aprile 1848, entrò fra gli Agostiniani Recolletti nel 1864 e partì missionario nelle Filippine. Qui fu ordinato sacerdote nel 1871. Nel 1892 Leone XIII lo nominò Vicario Apostolico di Casanare (Colombia) e tre anni dopo lo preconizzò Vescovo di Pasto. Di carattere dolce ed amabile, sfoderava (ed inverò sfoderò) un coraggio ed una forza da leone per proteggere la Chiesa e i suoi figli colombiani dai lupi che ne mettevano in pericolo la sicurezza dell’anima. In modo particolare fu un agguerrito combattente contro il liberalismo. Nel suo testamento si possono leggere le seguenti lapidarie affermazioni: «Confieso, una vez más, que el liberalismo es pecado, enemigo fatal de la Iglesia y del reinado de Jesucristo y ruina de los pueblos y naciones»; e ancora «Deseo que en el salón donde expongan mi cadáver, y aun en el templo durante las exequias, se ponga, a la vista de todos, un cartel grande que diga: EL LIBERALISMO ES PECADO». Malato di cancro,spirò l’anima ricca di meriti il 19 agosto 1906, nel collegio agostiniano di Monteagudo dove aveva avuto inizio il suo apostolato.
In traduzione nostra, dal sito carlismoneogranadino.wordpress.com, riprendiamo uno stralcio del suo scritto O con Jesucristo o contra Jesucristo. O catolicismo o liberalismo.
“Poiché l’atteggiamento del nemico è ardito e allarmante, e il pericolo per le anime è grande, è necessario combattere con coraggio cristiano, se non vogliamo apparire nella milizia di Gesù Cristo come soldati codardi e indegni del suo nome. Non si tratta che ogni cattolico prenda il suo fucile, né esorto nessuno a prenderlo, perché i nemici ancora non si presentano con i fucili; ma se dovessero comparire con essi, allora i cattolici farebbero bene a prendere anche i fucili e uscire loro incontro; perché se un popolo può lottare per certe giuste cause, può fare molto meglio per difendere la sua fede, che fornisce i mezzi, non solo per essere felice quanto è possibile esserlo sulla terra, ma anche per raggiungere la vera ed eterna felicità per la quale l’uomo è stato creato. Se non ci fosse il diritto alla guerra in questo caso, non ci sarebbe diritto in nessun altro, perché tutti gli altri giusti motivi che possono esistere sono di gran lunga inferiori alla conservazione della fede di un popolo che ne è in possesso. Ma non si tratta del combattimento di sangue, ripeto, né la eccito. Speriamo di non vederla mai! Dico solo che, in considerazione di come si diffonde il liberalismo, e la superbia e l’arroganza con cui si presenta, superiori e inferiori, ecclesiastici e secolari, giovani e vecchi, ricchi e poveri, uomini e donne, tutti noi abbiamo il dovere di difendere la nostra fede nel modo lecito in cui ciascuno può e combattere il liberalismo, impedirne la diffusione e porre fine, se possibile, alle sue dottrine e opere”.
Figure già trattate sul sito (sono escluse le innumerevoli figure trattate sulla pagina Facebook)
Monsignor Beniamino Socche
Don Juan de Ribera
Giuseppe II di Costantinopoli
Monsignor Florentino Asensio Barroso
Monsignori Pierre-Louis de La Rochefoucauld-Bayers, François-Joseph de La Rochefoucauld-Maumont e Jean-Marie du Lau d’Alleman
Monsignor Giuseppe Melas
Monsignor Alessandro Domenico Varesini
San Giosafat Vescovo e Martire
Monsignor Salvator Angelo Maria Demartis O.Carm.
Mons. Francesco Zunnui Casula
Mons. Tommaso Michele Salzano O.P.
Monsignor John Mc Evilly
Fray Ezequiél Moreno y Díaz