[foto da qui]

In data odierna la Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato un responsum con cui dichiara invalidi quei battesimi in cui si usa la formula: «Noi ti battezziamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
Vi allega inoltre una nota dottrinale. Biasimando questa modifica della forma corretta “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”,che “a quanto sembra … è stata introdotta per sottolineare il valore comunitario del Battesimo, per esprimere la partecipazione della famiglia e dei presenti e per evitare l’idea della concentrazione di un potere sacrale nel sacerdote a discapito dei genitori e della comunità” la CDF vi scorge “un’antica tentazione di sostituire la formula consegnata dalla Tradizione con altri testi giudicati più idonei”.
Provvidenza ha voluto che tutto ciò venisse pubblicato proprio nel giorno emortuale di Paolo VI (6 agosto 1978), il quale per venire incontro ai presunti bisogni del momento e non tenere lontana dalla Chiesa “l’infanzia, la gioventù, il mondo del lavoro e degli affari” (QUI il testo integrale) nel giro di pochi anni mise e mano e cambiò tutti i riti sacramentali. Un cambio talmente radicale che per usare le sue stesse parole segnavano l’inizio di “una nuova epoca della vita della Chiesa”.
E da questa generale modifica dei sacri riti della Chiesa Latina non scamparono le forme dei sacramenti (eccettuate quelle del Battesimo e della Penitenza).
Troppo lungo sarebbe trattare qui i nuovi riti di ordinazione, quindi ci limiteremo all’elenco delle forme tradizionali e di quelle montiniane.

EUCARISTIA
Da “Hoc est enim corpus meum“/ “Hic est calix sanguinis mei novi et aeterni testamenti: mysterium fidei: qui pro vobis et pro multis effundetur in remissionem peccatorum” ad “Accipite et manducate ex hoc omnes: hoc est enim corpus meum, quod pro vobis tradetur“/ “Accipite et bibite ex eo omnes: hic est enim calix sanguinis mei novi et aeterni testamenti, qui pro vobis et pro multis effendetur in remissionem peccatorum. Haec facite in meam commemorationem“.

CRESIMA
Da “Signo te signo Crucis et confirmo te Chrismate salutis: In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti” a “Accipe signaculum doni Spiritus Sancti“.

ESTREMA UNZIONE
Da “Per istam sanctam Unctionem, et suam piissimam misericordiam, indulgeat tibi Dominus quidquid per [si nomina l’azione collegata all’arto che viene unto: vista, udito, gusto, tatto, moto] deliquisti. Amen” a “Per istam sanctam unctionem et suam piissimam misericordiam adiuvet te Dominus gratia Spiritus Sancti, ut a peccatis liberatum te salvet atque propitius allevet“.


Ora noi, si badi bene, non intendiamo ora sostenere che da queste modifiche si sia prodotta l’invalidità dei riti (abbiamo dato voce ai sostenitori di questa tesi altre volte e i loro interventi invitiamo a ricercare sul sito e a leggere.
Solo facciamo notare la gravità di questo cambiamento generale, destabilizzante rispetto alla stabilità della Sacra Liturgia peraltro al contempo minacciata dalla intrinseca insanabilità del vernacolo e soprattutto dalle idee di sacerdozio comune di matrice protestante che invero non vennero né vengono soffocate a dovere.
Quindi, cari preti, date retta alla CDF: non cambiate la forma dei Sacramenti.
E date retta a noi: non seguite l’esempio di Paolo VI!