
Articolo originariamente pubblicato su itresentieri.it
Quando si affronta la questione del peccato bisogna affrontare anche un’altra questione, quella dell’occasione prossima del peccato. L’occasione è peccato o non è peccato? Come si risponde a questa domanda?
Per capire bene l’argomento ci serviremo dell’ottimo testo Compendio di Teologia Morale di padre Eriberto Jone O.F.M.
Definizione
Cosa s’intende per occasione di peccato? Una circostanza esterna al soggetto che spinge al peccato, rendendolo pertanto più facile.
Ovviamente il discorso va fatto non per le cosiddette occasioni remote di peccato, ma soltanto per quelle prossime. Le prime in un certo qual modo possono essere tutto. Anche uscire di casa può essere un’occasione remota di peccato; e ovviamente non possono queste essere evitate pena l’impossibilità di vivere.
Occasione prossima volontaria o necessaria
L’occasione prossima può essere volontaria o necessaria.
La prima si può e si deve evitare. La seconda si definisce necessariaperché è fisicamente o moralmente impossibile evitare pena un grave danno alla vita, alla salute o alla reputazione. Padre Jone dice testualmente: “Un’occasione prossima necessaria di peccato è, per esempio, una relazione, in cui sia in vista un prossimo matrimonio; la convivenza coniugale, ecc…”[1]
Assoluzione sì o assoluzione no?
Come deve comportarsi il confessore nei casi di penitenti che non evitano le occasioni prossime del peccato?
Va da sé che chi si rifiuta di evitare l’occasione prossima di peccato, non può essere assolto. Ciò vale anche quando ci si vuole impegnare a trasformare con la preghiera l’occasione prossima in occasione remota, cioè in occasione che spinga di meno al peccato.
Chi invece non lascia l’occasione prossima necessaria, è tenuto ad utilizzare i mezzi necessari per poterla rendere remota, in tal caso può essere assolto. Questi mezzi possono essere vari: la preghiera, i sacramenti, la meditazione; oppure: la custodia degli occhi, e, se si tratta di una persona, per esempio evitare di rimanere soli con questa persona.
Insomma, l’occasione prossima necessaria deve essere trasformata in occasione remota, utilizzando i mezzi opportuni.
Conclusione
Padre Jone poi conclude: “Fra l’occasione remota e l’occasione prossima vi sono diversi gradi intermedi, quanto maggiore è il pericolo di peccare, tanto più gravi devono essere i motivi che disobbligano dall’abbandonare l’occasione. Chi senza motivo sufficiente non evita un’occasione che non è propriamente remota, ma neppure è ancora prossima, commette almeno peccato veniale.”[2]
[1] E.Jone O.F.M., Compendio di Teologia Morale, Roma 1955, copia anastatica, p.527.
[2] Ivi, p.528.
Ricapitolando :
L’occasione del peccato è la circostanza esterna che alletta qualcuno al peccato, rendendone facile l’esecuzione.
L’occasione remota è ineliminabile.
L’occasione prossima può essere oggettiva o soggettiva.
L’occasione prossima oggettiva è quella che è tale indipendentemente dalle caratteristiche di ognuno.
L’occasione prossima soggettiva è quella in cui, per esperienza fatta, sempre o quasi sempre si pecca.
L’occasione prossima può essere volontaria o necessaria.
L’occasione prossima volontaria si può facilmente evitare.
Infatti, chi non vuole evitare l’occasione prossima volontaria di peccato, non può essere assolto.
L’occasione prossima necessaria è, per esempio, una relazione in cui sia in vista un prossimo matrimonio.
Chi non lascia l’occasione prossima necessaria, ma usa mezzi per renderla remota, può essere assolto.
Per mezzi, per esempio, si possono intendere: la preghiera, la custodia degli occhi, l’evitare di trovarsi soli con una determinata persona.
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