Quell’anima santa e divina è nella Chiesa ciò che l’aurora è nel firmamento; precede immediatamente il sole. Ma è ben dappiù dell’aurora; perché non precede soltanto il sole, ma deve generarlo nel mondo, deve dare all’universo la salvezza e la luce ed introdurvi un Sole Oriente di cui il sole che rischiara il firmamento non è che l’ombra e la figura.
La terra che misconosce Dio, ignora pure questo capolavoro di Dio; la Vergine infatti nasce nel silenzio; il mondo non ne parla, Israele medesimo non se ne accorge benché questa creatura straordinaria sia il fiore d’Israele, il fiore più eminente che vi sia su la terra.
Ma se la terra non vi pensa, il Cielo a lei tiene rivolti gli sguardi e la venera
come quella che Dio ha fatto nascere perché vuole compiere un’opera oltremodo insigne, affinché ella gli renda lo stupendo servizio di rivestirlo un giorno di una nuova natura.
Quel Dio medesimo che da lei vuole nascere, la rimira con compiacenza come la sua futura Madre; il suo divino sguardo non si posa né sopra i grandi, né sopra i monarchi adorati dalla terra. Il primo e più dolce sguardo di Dio su la terra è rivolto a quell’umile Vergine sconosciuta al mondo; è questo il pensiero più elevato che l’Altissimo abbia su tutta la sua creazione. Dio la rimira, la predilige, la dirige come quella cui vuol dare sé medesimo in qualità di Figlio, come quella di cui vuole fare la propria Madre; perciò la ricolma di grazie e di benedizioni fin dalla concezione e la santifica fin dalla prima infanzia.
La separa persino dal mondo e la consacra al suo Tempio, per figurare ed indicare che fra breve sarà consacrata al servizio di un altro tempio sacro ed augusto ben più di quello di Gerusalemme.
In quel sacro ritiro del Tempio, che la custodisce, la circonda della sua potenza, l’anima del suo spirito, la istruisce con la sua parola, la innalza con la sua grazia, la illumina con la sua luce, la infiamma dei suoi ardori, la visita per mezzo dei suoi angeli intanto che la visita, Egli medesimo, con la propria persona. In una tale solitudine, Maria, per l’azione di Dio, è così attiva, così elevata nella contemplazione, così celeste nella sua conversazione, che gli Angeli l’ammirano e la circondano di riverenza come una persona più divina che umana. In tal modo Dio è presente ed agisce in Maria più che lei stessa sia presente ed agisca in sé medesima; non lascia in lei nessun pensiero che non sia ispirato dalla sua grazia, nessun movimento che non provenga dal suo spirito, nessun atto che non sia per suo amore.
Il corso della vita di questa Vergine ammirabile è un’ascesa continua, senza
interruzione né rilassamento verso Colui che è la vita del Padre e presto sarà pure la vita di Lei, verso Colui che nella scrittura viene chiamato in modo assoluto la Vita (JOANN, XIV, 6). Questo termine si avvicina; Dio è con Maria, la riempie di sé e la stabilisce in una grazia così sublime che a lei unicamente conviene. […]
[…] questa Vergine ammirabile presto rapirà Colui che ha fatto il cielo e la terra; perché la grazia e l’azione di Dio l’hanno talmente elevata, che se Dio deve nascere su la terra, non può nascere che da Lei, tanto eminenti sono le grazie ed i favori che la distinguono. E se quest’umile Vergine deve essere madre, non può essere madre che di un Dio, tanto è divina.
Maria è un cielo vivente su la terra, destinata a dare al mondo un sole vivente, un sole che sta nel più eccelso firmamento. È un Santuario in terra, che Dio riempì di meraviglie e nel quale vuole prendere il suo riposo, un riposo tutto speciale. Maria è un nuovo paradiso, non già terrestre come l’Eden che venne distrutto dal peccato di Adamo, né celeste come quello degli angeli e trovasi soltanto in cielo; ma un Paradiso celeste che Dio ha piantato in terra con la sua propria mano; e che il suo angelo custodisce per il secondo Adamo, per il Re del cielo e della terra, il quale lo deve abitare.
Ma tutto ciò è nascosto agli occhi di Maria e la sua mente tutta inabissata nel profondo della sua umiltà non vede l’altissimo disegno di Dio sopra di lei. […] Nella scrittura Voi portate il nome di Alma (Is 7,14) che significa nascosta, ed è giusto; a Voi ben si conviene un tal nome, il quale è uno dei vostri titoli particolari e come una sigla che con poco dice molto.
da “Le grandezze di Maria”, del Card. Pietro de Bérulle, trad. del sac. Maurilio Andreoletti, 2a ed., Vita & Pensiero, Milano, 1943.