Il Cardinal Bassetti ha consegnato (in altri tempo si sarebbe detto “umiliato”) a papa Francesco la prima copia della nuovissima edizione italiana del Messale di Paolo VI. Ne dà notizia Avvenire con entusiasmo.
Parimenti si rende noto che il testo, acquistabile alla modica cifra di 110 euro, dovrà essere usato obbligatoriamente dal 4 aprile 2021, Pasqua di Resurrezione. I sacerdoti che lo comperassero prima, potranno comunque usarlo già da subito.
L’edizione, frutto di quasi vent’anni di lavoro, è ricca di novità peraltro già largamente annunziate:

Fra le novità introdotte quelle sul Padre Nostro: non diremo più «e non ci indurre in tentazione», ma «non abbandonarci alla tentazione». Inoltre, sempre nella stessa preghiera, è previsto l’inserimento di un «anche» («come anche noi li rimettiamo»). In questo modo il testo del Padre Nostro contenuto nella versione italiana della Bibbia, approvata dalla Cei nel 2008, e già recepito nella rinnovata edizione italiana del Lezionario, entrerà anche nell’ordinamento della Messa. Altra modifica riguarda il Gloria dove il classico «pace in terra agli uomini di buona volontà» è sostituito con il nuovo «pace in terra agli uomini, amati dal Signore». Se queste sono le principali variazioni che riguardano il popolo e quindi dovranno essere “imparate” da tutti, si annunciano anche altre modifiche in ciò che viene pronunciato dal sacerdote, anche ad esempio nelle Preghiere eucaristiche, vale a dire quelle della consacrazione del pane e del vino.

Diamo la notizia unicamente come fatto di cronaca “ecclesiastica”.
Come già abbiamo avuto modo di spiegare altre volte noi non siamo contrari alla questa nuova traduzione del messale montiniano: siamo contrarie ed estremamente al messale montiniano in sé, in latino come in italiano come in qualsiasi altra lingua, e a tutto il Novus Ordo in quanto “impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino” (Cardd. Ottaviani e Bacci).