Volentieri offriamo ai lettori questo importante passaggio del volume Storia universale della Chiesa – La Chiesa nascente. Persecuzione e trionfo, del Card. G. Hergenröther.
Persecuzione di Nerone – La cacciata dei Giudei sotto Claudio non aveva recato gran turbamento nella cristianità di Roma: solo i cristiani del giudaismo vi erano involti. E di più tale ordine non era stato mantenuto da Nerone, successore di Claudio: giacché fin dal principio del governo di Nerone ritroviamo i Giudei a Roma nelle stesse condizioni di prima. Alla venuta di S. Paolo, la cristianità di Roma godeva intera pace, e questa durò non interrotta fino all’anno 64, permettendole così di svolgersi e rinvigorire di dentro e di fuori. Nell’anno suddetto si scatenò una terribile prova sopra i cristiani di Roma, la prima grande persecuzione sotto Nerone. Questo imperatore fece porre in fiamme la città di Roma, solo per contemplarvi un’immagine dell’incendio di Troia; indi ne incolpò i cristiani, già tanto odiati e dai pagani e dagli Ebrei. Il fuoco aveva infuriato per sei giorni e sette notti (19 luglio 64): di 14 rioni della città quattro soli restavano intatti. Terribile fu quindi lo scoppio del furore nella moltitudine e la crudeltà nei magistrati. Molti cristiani, rivestiti delle spoglie di belve feroci, furono dati a lacerare ai cani; altri gettati nel Tevere; altri, bene impegolati e poi accesi, posti ad illuminare la notte, sui canti delle vie. Il terrore era universale. Di questa persecuzione furono vittime anche i due principi degli Apostoli, Pietro e Paolo[i]. Paolo come cittadino romano fu decapitato sulla via di Ostia; Pietro invece, secondo l’umile desiderio da lui espresso, fu crocifisso col capo verso il basso. Fu sepolto al lato settentrionale della via Cornelia, ai piedi del colle Vaticano; S. Paolo sulla via ostiense nel piano fra la strada e il Tevere[ii]. I limiti fra i quali la cronologia pone il tempo del loro martirio sono il principio della persecuzione neroniana, nel luglio del 64, e la morte di Nerone, all’entrare del 68. Una data precisa fra questi due termini non si può assegnare con piena sicurezza, tanto meno poi il giorno in cui morirono. La tradizione, attestata già nel II secolo, pone la morte di ambedue al medesimo tempo[iii].
I due Apostoli furono altamente venerati nell’antichità come i fondatori della Chiesa romana; le loro reliquie furono tenute in sommo onore e mostrate come un trofeo.
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[i] Sulla persecuzione di Nerone, V. Tacito, Ann. XV, 44. Sveton., In Nerone, c. XVI. Sulp. Sever. Chron. n. 28 e segg. ed. Halm. pag. 82. Oros., Hist. VII, 7. Moehler-Gams, Kirchengeschichte 1,226 segg. Intorno al martirio degli apostoli, V. Clem. Rom., Ep. I ad Cor. c. V. Iren., Adv. haer. III, 3. Dionigis. Cor. e Caio presso Eus., Hist. eccles. II, 24. 25. Tert., Praescript. c. XXVI; contro Marc. IV, 5; Scorp. C. XIII: Tunc Petrus ab altero cingitur, cum cruci adstringitur. Orig., In Gen. t. III, presso Eus. III, 1 (Migne, Patr. gr. XII, p. 92). Eus., 1. c. III, 1, 31. Hier., De vir. ill. c. I. La profezia del cap. XXI, 18 segg. di S. Giovanni si trova sovente citata. Anche la maggior parte degli storici protestanti ammette la dimora di S. Pietro in Roma e il martirio ivi da lui sostenuto. Negli ultimi tempi vi fece eccezione, principalmente,
R. A. Lipsius. Il Neander, (Allgem. Geschichte der christlichen Religion und Kirche I, 317) dice: «È ipercritica mettere in dubbio la tradizione che Pietro fu a Roma, tradizione confermata dall’unanime consenso dell’antichità cristiana». E il Guericke (Handbuch der Kirchengeschichte, 9. ediz. I, 59): «Questa narrazione (del martirio di Pietro in Roma) era già così largamente estesa fino dal secondo secolo, prima ancora che invadesse la mania di scrivere nella gerarchia romanache non si può altrimenti spiegare se non ammettendone il fatto». Il tentativo ultimo fatto dall’Erbes (Zeitscpr. fur Kirchengesch. 1901, p. 1 segg.) di trasportare la morte di S. Pietro a Gerusalemme andò fallito interamente.
[ii] Per il luogo del sepolcro degli Apostoli, v. Zisterer, Die Apostelgraber nach Cajus (Tub. Theol. Quartalschr. 1892, pag. 121-132). H. Grisar. Le tombe apostoliche di Roma (Analecta Romana I. [1899], 259-306). Barnes (vedi Bibliog. pag. 109).
[iii] Come anno della loro morte, il Cave, il Du Pin, il Wieseler pongono il 64; il Pagi, il Costanzi, lo Schelstrate, i Bollandisti (con una citazione del Catal. Liber.) il Tillemont, il Foggini, il quale si appoggia anche sopra S. Epifanio ed Eusebio, ritengono il 66; al contrario il Baronio, il Combefis, i compilatori della «Art de vèrifier les dates», il Petavio, il Patrizi ammettono il 67; il Mazzocchi, il Ritter e altri il 68. Per l’anno 67 vi sono le seguenti ragioni: 1) Gli Apostoli morirono, quando Nerone era assente, sotto i «depositari dell’autorità» (Clem. Rom. I. c.); ora nel 67 appunto si dà il caso che Nerone era in Acaia; da dove sull’entrare del 68 egli fece ritorno a Roma; 2) S. Girolamo (De vir. ill. c. XII) dice di Seneca: «Hic ante biennium, quam Petrus et Paulus coronarentur martyrio, a Nerone interfectus est». Secondo Tacito, (Ann. XV, 88). Seneca morì sotto il consolato di Silio Nerva e di Attico Vestino, cioè nel 65, e quindi gli Apostoli nel 67; 3) Secondo Eusebio e S. Girolamo, gli Apostoli morirono nell’ultimo anno, ossia nel 14 dell’impero di Nerone, cioè nel 67-68. Gli anni di Nerone non si contano dal 13 ottobre, ma dal 1° Gennaio del 54; l’anno 67 riesce appunto il 14 del suo impero. Secondo S. Girolamo, l’episcopato di S. Pietro in Roma durò venticinque anni, cominciando dal secondo anno di Claudio, ossia dal 42: dovette quindi terminare l’anno 67. Ma questi sono calcoli fatti poi, sul presupposto della durata in venticinque anni dell’episcopato di S. Pietro. Per una piu ampia bibliografia vedi Gams, Das Jahr des Martyrtodes der Apostel, Regensburg 1867, dove però si ammette che Pietro fosse morto nel 65, e che solo Paolo morisse nel 67. Una nuova teoria, ma con argomenti poco solidi, è sostenuta da Erbes, Die Todestage der Apostel Petrus und Paulus und ihre romischen Denkmaler (Texte und Untersuchungen. Neue Folge IV, I, Leipzig 1899).
Immagine in evidenza: Katholische Kirche St-Pierre in Aulnay im Département Charente-Maritime (Nouvelle-Aquitaine/Frankreich), nördliches Portal, Tympanon; Darstellung: Kreuzigung des Apostels Petrus (GFreihalter / CC BY-SA)