Non poteva mancare su Radio Spada la famosissima lettera che Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Gerardo de Proença de Sigaud, vescovo di Jacarenzinho, poi arcivescovo di Diamantina, inviò alla Segreteria di Stato il 22 agosto 1959. (Fonte: Acta e documenta concilio oecumenico Vaticano II apparando series I, volumen II, pars VII, pp. 180 e seguenti) , La postiamo nell’anniversario della sua morte avvenuta il 5 settembre 1999.
Eminentissimo monsignore,
rispondendo alla sua lettera del 18 giugno, con cui chiede il mio parere circa gli argomenti da trattare nel prossimo concilio ecumenico, le sottopongo questa lettera. Presenterò con grande umiltà alcune cose che ritengo di particolare rilevanza, pur non volendo accusare alcuno o criticare i miei superiori. Non parlerò di questioni dogmatiche o giuridiche, poiché di queste certamente altri vescovi si occuperanno. Tratterò invece di alcune questioni pratiche e fondamentali per il futuro della Chiesa […] Che ritengo degne della considerazione della commissione pontificia preparatoria per il concilio e, in seguito, del concilio medesimo.
[…] Vedo i principi e lo spirito della cosiddetta “rivoluzione” penetrare nel clero e nel popolo cristiano, così come un tempo i principi, la dottrina, lo spirito, l’amore del paganesimo si diffusero nella società medioevale, provocando la pseudo riforma.Molti membri del clero non si rendono ancora conto degli errori della rivoluzione e ad essa non sanno opporsi.
Altri ecclesiastici amano la rivoluzione come una causa ideale, la diffondono, vi collaborano e perseguitano i suoi avversari, calunniando il loro apostolato.
Molti pastori tacciono, altri ancora hanno abbracciato gli errori e lo spirito della rivoluzione, la favoriscono pubblicamente o in segreto, come fecero all’epoca del giansenismo […].
Dai seminari e dalla stessa città santa tornano seminaristi imbevuti di idee rivoluzionarie. Essi si definiscono “maritainiani” o “discepoli di Teilhard de Chardin”, “socialisti cattolici”, “evoluzionisti”.è raro che un sacerdote che impugna le idee della rivoluzione sia elevato a dignità episcopale; è altresì frequente che ciò accada a chi le promuove.
A mio modesto giudizio, la Chiesa dovrebbe organizzare a livello mondiale una guerra sistematica contro la rivoluzione. […] La stessa rivoluzione agisce diversamente. Un esempio di questo impegno sistematico ed organizzato è la nascita mondiale, simultanea ed uniforme della “democrazia cristiana”, in molte nazioni, a partire dalla grande guerra.Questo fermento penetra ovunque. […] Se il concilio vuole ottenere degli effetti salutari. Deve in primo luogo considerare l’odierna situazione della Chiesa, la quale al pari di Cristo è consegnata indifesa nelle mani dei suoi nemici -come diceva Pio XII ai giovani italiani – in un nuovo venerdì santo.
È necessario prendere in considerazione la battaglia mortale che viene mossa alla Chiesa in ogni ambito, conoscere il nemico, riconoscere la strategia e la tattica del conflitto, vederne chiaramente la logica, la psicologia, la dinamica, in modo da poter interpretare con certezza i singoli scontri di questa guerra, organizzare e portare a termine una guerra opposta.
Il nostro implacabile nemico della Chiesa e della società cattolica, è impegnato in un combattimento mortale da ormai sei secoli e con un lento e sistematico avanzare capovolge e distrugge quasi tutto l’ordine cattolico, cioè la città di Dio ed al suo posto tenta di costruire la città dell’uomo.
Il suo nome è rivoluzione. Quali sono i suoi scopi? Costruire l’intero ordine della vita umana, la società e l’umanità senza Dio, senza Chiesa, senza Cristo, senza una rivelazione al di sopra della sola ragione umana, della sensualità, della cupidità e della superbia. Questo nemico è ai giorni nostri in grande attività, Poiché è sicuro della prossima vittoria nei prossimi anni. […]
La setta framassonica
L’attenzione di tutto il concilio deve rivolgersi a questa setta. Valgono ancor oggi le parole dei sommi pontefici, che ne condannarono la metafisica come totalmente opposta alla rivelazione, e che in essa indicarono la forza centrale della guerra implacabile contro la società cattolica. Vediamo realizzarsi dopo due secoli ciò che papa clemente xii denunciava come punti programmatici di questa setta. […] Quanti anni saranno ancora concessi alla Chiesa dal “concilio dei re della terra”? E per l’imposizione al mondo e ai cristiani del “nuovo ordine mondiale”?
Sua Eccellenza parla poi, partendo quasi per inciso dall’analisi della simbologia presente su alcune banconote statunitensi, e nota come il 1776 (anno di nascita degli Stati uniti) sia certamente data di fondazione di un nuovo ordine mondiale opposto a quello della Chiesa Cattolica, fondato invece nell’anno dell’incarnazione. Il “dio” di questo nuovo ordine è un “dio” gnostico, un “dio-architetto” che in clima di perfetto dualismo gnostico-manicheo favorisce la fondazione di un nuovo ordine artificiale che si oppone alla natura creata.
Sua Eccellenza riprende così: “Ecco la questione vitale per la Chiesa. L’ordine massonico si oppone all’ordine cattolico.[…] E ciò nonostante molti capi cattolici non se rendono conto, e molti tacciono. Dopo l’enciclica di Leone XIII, non si ha più un’enciclica su questa setta? Cosa si insegna di essa nell’università e nei seminari? Cosa si dice nella sociologia di quest’argomento così importante? […] Vi è come una tregua (nei suoi confronti) […]. Negli studi e corsi di orientamento dei sacerdoti non si fa parola dei programmi di questa setta, del sistema di tutta la sociologia massonica, delle sue finalità, del suo spirito, dei mezzi, della tattica e della strategia da essa adottata. Un padre gesuita, padre Berthelot, ha scritto un libro in cui ipotizza un’armoniosa collaborazione tra la Chiesa e la setta. Il pericolo è estremamente attuale. […]
Il comunismo
Il comunismo è un altro nemico della Chiesa Cattolica, la setta massonica riunisce i “borghesi”; il comunismo organizza i “proletari”. Ma il fine di entrambi è uno solo: una società razionalista, senza Dio, senza Cristo. Essi hanno in comune il capo: il giudaismo internazionale […] La Chiesa è contro l’ “antisemitismo”, tuttavia non può ignorare quanto è avvenuto e le chiare affermazioni del giudaismo internazionale. I capi di questo giudaismo cospirano da secoli contro il nome cattolico, e con metodicità e odio infinito preparano la distruzione dell’ordine cattolico e costruiscono l’ordine dell’impero mondiale giudaico. A questo infatti servono la massoneria ed il comunismo. La finanza, i mezzi di comunicazione, la politica mondiale sono in gran parte nelle mani di ebrei. Pure essendo i più grandi esponenti del capitalismo – e per questo dovrebbero essere massimi avversari della Russia e del comunismo – tuttavia non temono quest’ultimo e addirittura collaborano alla sua affermazione. I fondatori del comunismo sono ebrei, così come i suoi propagatori, organizzatori e finanziatori. Si tratta di una questione che li riguarda da vicino: questa è la realtà. Da qui l’odio? No! Ma la vigilanza, la chiarezza di visione, la battaglia sistematica e metodica da opporsi alla battaglia sistematica e metodica di questo “nemico” la cui arma segreta è “il fermento, cioè l’ipocrisia”.
Testo raccolto da Piergiorgio Seveso
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