Come sempre, prima di iniziare ogni articolo su questa materia, rimandiamo al corposo dossier che dimostra ampiamente come nella cittadina della Bosnia non sia Maria SS. ad apparire: [Dossier Medjugorje] Perché il fenomeno Medjugorje non c’entra nulla col Cattolicesimo

Dopo le (ormai svanite) dichiarazioni di Francesco sulla postina, il progressivo abbraccio tra autorità bergogliane e il circuito di Gospaland sembra intensificarsi. Già a inizio anno alcune curiose dichiarazioni avevano fatto discutere (Chiara Amirante: “Francesco ha salvato Medjugorje”), ma ora pare che si ingrani una marcia più alta.

A darne notizia, tra i sospiri di sollievo, è La Nuova Bussola Quotidiana, che titola: Mostar ha un nuovo vescovo, almeno non avversa Medjugorje. Che poi sia un vescovo nato e cresciuto in sinergia con la stessa gerarchia neomodernista che ogni giorno sfascia il Cattolicesimo in giro per il mondo, paiono dettagli. Ma non c’è da stupirsi: la gospa (a parte qualche incosistente cenno al modernismo) dall’apostasia di Assisi (varie edizioni), dagli errori di Amoris Laetitia, dalla bestemmia di Abu Dhabi e dall’abominio di Pachamama pare essere non troppo infastidita, in fin dei conti si tratta solo di insulti frontali alla bimillenaria dottrina della Chiesa, e, in materia di ecumenismo, pure alla tradizione mosaica-veterotestamentaria (vedere qui).

Citiamo dunque dalla Bussola un estratto del commento sulla nomina di mons. Petar Palić:

A riguardo di Medjugorje, il vescovo ha rivelato di esservi già stato diverse volte, «spinto da legami di amicizia, curiosità e di ammirazione per i fedeli che sono alla ricerca e che cercano sé stessi», sottolineando tuttavia di comprendere la fede «come una grazia, un dono immeritato e come una risposta personale ai doni e alle grazie di Dio» e di non cercare prove soprannaturali, «poiché altrimenti questa non sarebbe fede». Dopo la vita terrena di Gesù, aggiunge il vescovo, «la Sua predicazione, Passione, gloriosa Risurrezione e Ascensione alla gloria celeste, non c’è, né dobbiamo aspettarci alcuna nuova rivelazione riguardante la condizione fondamentale dell’umanità con riferimento alla salvezza e alla redenzione». Egli ritiene «che ogni fenomeno debba essere affrontato con calma, pazienza, prudenza, competenza, con il giusto “discernimento degli spiriti” e la giusta valutazione in questo momento». Mons. Palić ha concluso affermando che la Santa Sede segue gli avvenimenti di Medjugorje attraverso un visitatore apostolico, ed è quindi suo dovere attenersi alle istruzioni della Santa Sede.

Tra le righe di queste dichiarazioni, fatte in perfetto clericalese – nessuno che crede alle apparizioni di Medjugorje si sogna di dire che la Rivelazione pubblica non sia già terminata – appare chiaro come il nuovo vescovo di Mostar-Duvno apprezzi i frutti spirituali di Medjugorje, dove egli si è già recato diverse volte, ma non sia né un acceso sostenitore delle apparizioni né un suo acerrimo avversario, come i suoi immediati predecessori, e si atterrà alle decisioni della Santa Sede.

Auguri, gente.


Immagine in evidenza: Catholic news agency of the Bishops’ Conference of Bosnia and Herzegovina / Attribution