Nuova recensione a cura di Luca Fumagalli

>>> Islam, metafisica medievale araba e filosofia moderna ebraica <<<

Se l’ubriacatura neoconservatrice seguita all’11 settembre 2001 sembra essersi dileguata in uno strano silenzio collettivo, il tema del “conflitto di civiltà” continua a ritornare ciclicamente, soprattutto in relazione all’emergenza emigrazione e al sempre precario scenario mediorientale.

Il maggior pregio del saggio Islam, metafisica medievale araba e filosofia moderna ebraica di don Curzio Nitoglia (Edizioni Radio Spada, 2014) è lo sguardo inedito che esso offre sulla questione, lontano dalle facili partigianerie e dagli slogan puerili di certa classe politica. 

Il libro si muove nella triplice direzione della storia, della politica e della filosofia/teologia per andare a sondare i rapporti nascosti e, in molti casi, inconfessabili tra neoconservatorismo, giudaismo e islam. Si scopre dunque un mondo molto lontano dalle contraffazioni abituali ad uso e consumo del qualunquismo catodico. Le sorprese, inutile dirlo, non si fanno attendere.

Ad esempio l’Islam fondamentalista è una ‘orto-prassi’ legalistica e moralistica farisaica più che un’ortodossia teologica dogmatica, così come il pensiero sociale panarabo, lontano anni luce dal fanatismo, ha sempre cercato di amalgamare tutti i musulmani in un insieme di stati nazionali di ispirazione islamica, ma non religiosamente integralisti.

La parte centrale del volume è invece dedicata alla filosofia islamica, alla riscoperta di Aristotele da parte di Avicenna e Averroè e all’implosione fideistica dell’Islam successivo. Giunto in Europa, il pensiero aristotelico è stato approfondito ed emendato da San Tommaso che superò il maestro fondando la propria teologia sul principio che Dio è l’Ente per essenza.

Come da titolo, c’è anche spazio per approfondire il pensiero ebraico moderno: si parte dal Maimonide e dal suo nichilismo teologico per passare a Henschel, Jonas e Levinas, uomini che, secondo prospettive diverse, hanno pesantemente influenzato la filosofia occidentale e, in alcuni casi, la stessa teologia cattolica (si pensi, ad esempio, alla valorizzazione del dialogo come strumento conoscitivo-identitario in ambito interreligioso, applicazione concreta del pensiero di Buber e del strutturalismo).

Islam, metafisica medievale araba e filosofia moderna ebraica è dunque un saggio provocatorio e illuminante, dotto ma al contempo facilmente consultabile, una lettura consigliata a tutti quelli che non si accontentano della banalità e delle mezze verità.

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