di Scottonius

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Alla vigilia del processo sulla strage che ne decimò la redazione, quella oscenità stampata che è Charlie Hebdo ha deciso di ripubblicare vignette satiriche su Maometto. E a margine delle (volute) polemiche che inevitabilmente son sorte, il presidente Macron (protocanonico d’onore del Capitolo Lateranense) ha tenuto a ribadire che “in Francia c’è libertà di blasfemia”.
Inutile precisazione da parte di Monsieur le Président: sapevamo benissimo che nella Republique che si gloria di quella Rivoluzione che fece strage di cattolici arrivando fino ad intronizzare e adorare la Dea Ragione sull’altare di Notre Dame, tale diritto esistesse.
Ugualmente non ci interessa più di tanto che qualcuno si faccia beffe di Maometto (che consideriamo una delle più disastrose calamità che la Terra abbia mai patito).
Tuttavia perché la “satira” in oggetto ha colpito anche la Santissima Trinità cogliamo l’occasione per ribadire quanto sia incompatibile con la Religione Cattolica uno dei pilastri dello stato laico (che è lo stesso che ateo) e del liberalismo (che è peccato): la libertà di stampa.
Gregorio XVI (ripreso da Pio IX, Leone XIII e dai successori ovviamente fino al nefasto Vaticano II) – lo ricordiamo per chi se lo fosse dimenticato – indicandone come effetti “il cambiamento degli spiriti, la depravazione della gioventù, il disprezzo nel popolo delle cose sacre e delle leggi più sante” cause della rovina delle società, nella Mirari vos la condannava come “pessima, né mai abbastanza esecrata ed aborrita”.
Si vedrà quindi quanto fosse benefica la prassi degli Apostoli e della Santa Madre Chiesa nella repressione dei libri cattivi e degli scritti immorali perché “quella stampa che fu salutarmente scoperta per l’aumento della Fede e per la propagazione delle buone arti, non venisse rivolta a fini contrari e recasse danno e pregiudizio alla salute dei fedeli di Cristo” (Leone X, Act. Conc. Lateran. V, sess. 10).