Cenni biografici compilati dal prof. Streber e stampati in principio del vol. VII del Kirchenlexicon, Friburgo, Herder, 1891.

Del card. G. Hergenröther le Edizioni Radio Spada hanno pubblicato: Storia universale della ChiesaLa Chiesa nascente. Persecuzione e trionfo


Il cardinale Giuseppe, figlio del dottore Giacomo Hergenröther, professore di medicina, nacque in Vurzburgo il 15 settembre del 1824. Compiute lodevolmente nel 1842 le scuole secondarie, si consacrò allo studio della filosofia e della teologia, prima in patria e poi dal 1844 a Roma come alunno del Collegio Germanico. Qui pure, nel 1848, sebbene lo scoppiare della rivoluzione l’avesse obbligato a ritornare in Germania, ricevette l’ordinazione sacerdotale. Dopo essersi occupato per qualche tempo nei sacri ministeri, nel 1850 ottenne in Monaco la laurea di dottore in teologia, per mezzo d’un lavoro, La dottrina della Trinità di Dio secondo S. Gregorio Nazianzeno (Ratisbona, 1850) e per mezzo d’una disputa, che nei circoli scientifici di quella capitale destò grande ammirazione.

Quando il Döllinger, in nome della Facoltà gli poneva in capo la berretta dottorale pronunziando la formola: Coronasti nos, coronamus te, non sospettava certo ch’egli, il quale teneva allora il primo incontrastato posto tra i teologi tedeschi, avrebbe trovato un giorno in quel giovane erudito un insuperabile avversario.

Mediante lo scritto De catholicae ecclesiae primordiis recentiorum protestantium systemata (Ratisbona, 1851) ottenne l’Hergenröther l’abilitazione all’insegnamento privato della teologia e fin dal 1852 fu chiamato a Vurzburgo come professore straordinario di Storia ecclesiastica e di Diritto Canonico. Nel 1855 divenne professore ordinario di queste due facoltà. Mentre adempiva i doveri, che gli uffici datigli esigevano, si applicò passionatamente in quegli anni a svariati studi riguardanti la storia della Chiesa d’Oriente. Frutto delle sue ricerche negli archivi fu la pubblicazione di una serie di opere quasi tutte inedite […]

Pubblicò pure, in parte per confutare le asserzioni di A. Pichler, l’opera: Die neuen Studien wer die Trennung der morgenlandischen und abendlandischen Kirche (Nuovi studii sulla separazione delle Chiese d’Oriente e d’Occidente) e finalmente la sua grand’opera sullo scisma d’Oriente, intitolata Photius, der Patriarch von Constantinopel, in tre volumi (Ratisbona, 186769) con l’Appendice dei Monumenta graeca ad Photium eiusque historiam spectantia, (ivi, 1869). L’opera, contenente gran copia di dottrina e di erudizione teologica, storica e canonica, destò una giusta e meritata ammirazione non solo in Germania, ma anche presso i dotti di Pietroburgo e di Atene. Come completamento della medesima vennero gli articoli sulla legislazione delle Chiese di rito orientale pubblicati nel Verings Archiv, volumi VII e VIII.

Ad illustrare la storia moderna della Chiesa occidentale compose egli i seguenti libri: Der Kirchenstaat seit der franzosischen Revolution (Lo Stato della Chiesa dopo la Rivoluzione francese) Friburgo, 1860. Spaniens Verhandlungen mit dem romischen Stuhle (Negoziati della Spagna con la S. Sede) nel Verings Archiv, X-XV; Die franzosisch-sardinische Uebereinkunft vom 15 September 1864. (La convenzione franco-sarda del 15 settembre 1864) Francoforte, 1865.

Più volte l’Hergenröther era stato a Roma per farvi delle ricerche negli archivi; il 18 novembre del 1867 Pio IX lo invitò a venirvi per partecipare ai lavori preparatori del Concilio Vaticano. Il 9 febbraio del 1868 fu aggiunto come Consultore alla Commissione de disciplina ecclesiastica, e nell’inverno del 1868-1869 sostenne la parte principale di tutto il lavoro affidato a quella Commissione. In Germania, intanto, prima ancora che vi facesse ritorno, s’era suscitata una violenta opposizione contro il Concilio che stava per radunarsi, e contro la S. Sede. Vi diedero principio cinque articoli, sul Concilio e la Civiltà, comparsi sull’Allgemeine Zeitung, raccolti di poi in un opuscolo col titolo Der Papst und das Concil von Ianus. (Il Papa ed il Concilio per Ianus) Lipsia, 1869. L’Hergenröther aveva già da assai tempo notato con dolore, che una parte di teologi tedeschi, dopo il congresso scientifico di Monaco del 1863, prendendo per parola d’ordine l’espressione scienza tedesca, ogni dì più mostrasse un atteggiamento ostile contro la cattedra pontificia; nell’anno 1865 aveva fatto sentire una parola di conciliazione con l’opuscolo Kirche und nicht Partei (Chiesa e non partito). Ma ora, alla vigilia del Concilio, egli si trovò costretto «nella convinzione di un sacro dovere, e per seguire il grido della sua coscienza, di protestare, appoggiato a troppo numerosi argomenti, contro una teologia, la quale del cattolicismo non conservava che il nome, affin di combatterlo con più sicurezza in tutti i suoi punti più vitali». Nella generale confusione che in Germania dominava negli animi, l’Hergenröther, quale apologista della Chiesa cattolica, si mostrò pari all’altezza della missione, conferitagli da Dio. In breve spazio di tempo egli fece seguire l’uno all’altro i seguenti opuscoli polemici: Anti-Ianus, Friburgo, 1870; Die «Irrthilmer» von mehr als vierhundert Bischofen und ihr theologischer Censor (Gli Errori di più che quattrocento vescovi ed il loro censore teologico), ivi, 1870; Die Conciliumsbriefe der Allgemeinen Zeitung (Le lettere sul Concilio del giornale Allgemeine Zeitung) nel periodico Histor-politische Blatter, vol. LXV-LXVI; Die papstliche Unfehlbarkeit vor dem Vaticanischen Concil. (L’infallibilità pontificia prima del Concilio Vaticano) ivi, vol. LXVI; Ueber das Vaticanische Concil nel Katholik, 1871; Kritik der von Döllinger’ schen Erklarung vom 28 Marz dieses Iahres (Critica della Dichiarazione del Döllinger etc.), Friburgo, 1871; Eine Erstlingsfrucht der Nurnberger Conferenz (Un primo frutto della Conferenza di Norimberga) nel Verings Archiv, vol. XXV; Eine neue theologische Ianusfrucht (Un nuovo frutto teologico di Ianus) ivi.

In tutte queste scritture l’Hergenröther aveva vinto e atterrato l’oppugnatore di Roma papale, di mano in mano che questi aveva aperto bocca per parlare. Non pago di ciò, egli raccolse in una sola opera Katholische Kirche und christlicher Staat in ihrer geschichtlichen Entwicklung und in Beziehung auf die Fragen der Gegenwart (La Chiesa cattolica e lo Stato cristiano nel loro svolgimento ed in relazione alle questioni presenti) un vero arsenale di armi per la difesa della Chiesa. Vi era unito l’Anti-Ianus vindicatus, Friburgo 1872 (nel 1873 se ne fece un’edizione compendiata e nel 1876 un’altra con aggiunte bibliografiche ed appendici). In diciotto disquisizioni, strettamente collegate fra loro, l’Autore discute e pone in piena luce sotto il rispetto dogmatico e storico tutte le questioni moderne relative al Papato, al suo sviluppo storico, alle sue relazioni con i varii sistemi politici d’Europa, alla sua giurisdizione spirituale, ed alla sua autorità in materia di dottrina, cominciando dai più antichi Padri e venendo giù attraverso il Medio Evo sino ai tempi nostri.

Compiuta ch’ebbe quest’opera, l’Hergenröther poté ritornare ai suoi studi di predilezione. Quindi assai volentieri egli accettò la proposta fattagli dall’editore B. Herder di Friburgo di scrivere una Storia della Chiesa cattolica destinata a far parte di una Collezione di opere riguardanti tutti i varii rami delle scienze teologiche. L’opera comparve negli anni 1876-78 in due volumi, dei quali già nel 1879 si dovette fare una seconda edizione. Nel 1880 comparve un terzo volume contenente le Notizie bibliografiche. Queste poi, nella 3a edizione, 1884-86, furono sparse nel corso dell’opera in forma di note. Ivi l’Hergenröther seppe lumeggiare, con una chiarezza e lucidità tutta sua propria, lo svolgimento interno ed esterno della Chiesa, mentre ai lettori desiderosi di maggiori notizie scientifiche offriva indicazioni abbondantissime di fonti. Di conserva a quest’opera, rimasta finora unica nel suo genere, egli dava in luce altri lavori di minor mole. Oltre numerosi articoli e recensioni, comparsi in varii periodici, egli compose: Ueber die Marienverehrung in den ersten zehn Iahruhnderten (Il culto di Maria nei primi dieci secoli); Munster, 1870. Athanasius der Grosse, ers e Vereinschrift der Gorresges ellschaft (Atanasio il Grande, prima opera pubblicata dalla Società Gorres) Colonia, 1877; Piemonts Unterhandlungen mit dem heil. Stuhle im 18 Iahrhundert (Le relazioni del Piemonte con la S. Sede nel secolo XVIII) Vurzburgo, 1877; Cardinal Maury, ein Lebensbild (Il cardinale Maury, schizzo biografico) ivi, 1878; Abriss der Papstgeschichte (Compendio della Storia dei Papi), ivi, 1879.

Infine, ad una nuova fatica, di assai vaste proporzioni si sobbarcò egli, allorché B. Herder, col quale era legato da antica amicizia, gli propose di sopraintendere ad una seconda edizione del Kirchenlexicon.

Mentre l’Hergenröther ancora stava occupato nei preparativi di questo lavoro, il S. Padre Leone XIII, al quale in mezzo a tante altre faccende del suo pontificato, stavano grandemente a cuore i progressi degli studi filosofici e storici, volse gli occhi sopra di lui, come quello che avrebbe potuto attuare una parte dei suoi desideri, e lo nominò, il 12 maggio del 1879, cardinal diacono del titolo di S. Nicola in Carcere, e quindi di S. Maria in Via Lata (1888) e Prefetto dell’archivio pontificio. Trovandosi in questa carica, il cardinale concepì l’idea di dare una nuova destinazione all’archivio, che il S. Padre accettò e fece sua, aprendo oramai ai dotti di tutto l’universo quei tesori, che fino allora erano stati sempre assai poco accessibili. Dimentico affatto di sé stesso e pieno di generosa bontà e gentilezza stava sempre pronto per rispondere alle domande di ognuno. Oltre a ciò, lavorava egli stesso occupandosi del pontificato di Leone X, stato così a lungo in dimenticanza, e vincendo incredibili difficoltà curò l’edizione dei Regesta Leonis X. Pont. Maximi, Friburgo in Brisgovia, 1884 e seg.

Sebbene già esausto di forze, pose mano ancora alla continuazione, che erasi intrapresa in Germania della Storia dei Concilii dell’Hefele e fu lieto di poter consegnare alla stampa i volumi VIII e IX, che abbracciano il periodo dal concilio di Basilea al concilio di Trento. Ma oramai le sue forze fisiche erano prostrate. Un colpo d’apoplessia, che già l’aveva reso rattrappito, si rinnovò in occasione ch’egli s’era recato a visitare il convento cistercese di Mehrerau presso il lago di Costanza.

Circondato da tutta quella religiosa comunità morì il cardinale Hergenröther il dì 3 ottobre del 1890, ed il giorno 7 ottobre la sua salma venne riposta nei sotterranei della chiesa, alla presenza di molti vescovi tedeschi, di tutto il convento e di numeroso popolo in lutto.