LA NATIVITÀ DELLA S. VERGINE
Stazione a santa Maria Maggiore

Speculum Humanae Salvationis, Westfalen oder Köln, um 1360. ULB Darmstadt, Hs 2505, fol. 8v
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Come la prima Eva, tutta raggiante di vita e d’innocenza usci dal fianco d’Adamo, così Maria fulgida ed immacolata usci dal cuore dell’eterno Verbo, il quale per opera dello Spirito Santo – come insegna la liturgia – volle plasmare egli stesso quel corpo e quell’anima che dovevano poi servirgli di tabernacolo e d’altare. Ecco quindi il significato sublime dell’odierna festa della Natività della beatissima Vergine. E’ l’aurora foriera del giorno che già spunta dietro i colli eterni; è la mistica verga che già si eleva sul venerando stelo di Iesse; è il nuovo fiume scaturito dal paradiso, il quale già s’appresta ad irrigare tutto l’orbe; è il vello simbolico che viene disteso sull’arido suolo di nostra terra, perché accolga in sé la rugiada prodigiosa; è la nuova Eva, cioè la vita e la madre dei viventi, che nasce quest’oggi a coloro cui l’Eva antica fu madre di colpa e di morte.
Le origini di questa festa vanno ricercate in Oriente, dove la sua menzione ricorre nelle omilie di Andrea di Creta (+ 720). A Roma invece, sin dal tempo d’Onorio I oggi celebravasi la dedica di sant’Adriano; cosi che la festa della Natività non sembra più antica di Papa Sergio I. Essa quindi la si ritrova solo nel Geronimiano, nel così detto Gelasiano e nei posteriori calendari gallicani. Il Capitulare BEvangeliorum di Wurzburg, ancora l’ignora.


Colletta a sant’Adriano.

Adunato il clero ed il popolo romano nell’antica Curia senatoriale, prima che sfilasse il corteo, si cantava come il 2 febbraio l’introito Exsurge, Domine, colla dossologia. Come conclusione della preghiera, il Papa recitava la seguente colletta: «Supplicationem servorum tuorum, Deus miserator, exaudi; ut, qui in Nativitate Dei Genitricis et Virginis congregamur, eius intercessionibus a te de instantibus periculis eruamur. Per eumdem …».
Quindi a piedi scalzi la processione si dirigeva verso il colle Esquilino, passando per le Carine, il foro di Nerva, il foro Traiano, le terme di Traiano, sino ai titoli d’Eudossia e di santa Prassede. Quando il corteo s’appressava alla basilica Liberiana, s’intonava la litania, che teneva oggi il luogo dell’introito e del seguente Kyrie.

Stazione a santa Maria Maggiore.

Gli Antifonari antichi assegnano comunemente all’odierna stazione, i medesimi canti già eseguiti il 15 agosto. Invece, il Messale odierno ripete oggi l’identica messa già indicata II 2 luglio per la festa della Visitazione. Variano solo le due lezioni. La prima, è la medesima che il di 8 dicembre, in cui si applica alla Madre del Verbo, ciò che la Scrittura riferisce alle origini eterne della Sapienza increata. La lezione Evangelica poi colla genealogia del Salvatore, è la medesima che vien pure recitata nella missa vigiliare dell’Immacolata Concezione, colla quale l’odierna festa ha comune il mistero di grazia e di redenzione che presiedè appunto agli esordi della vita di Maria.
Oggi i Sacramentari assegnano un prefazio speciale : «Vere dignum … aeterne Deus; et praecipue pro meritis beatae Dei Genitricis et perpetuae Virginis Mariae, gratia plenae, tuam omnipotentiam laudare, benedicere et predicare. Per quem, etc.».
V’era pure la benedizione finale super populum.
Ad complendum. – «Adiuvet nos, quaesumus Domine, sanctae Mariae intercessio veneranda, cuius etiam diem quo felix eius est inchoata nativitas celebramus. Per …».
Giusta Cencio Camerario, nel secolo XIII, quest’oggi ancora si portavano in processione le diciotto icone Mariane appartenenti ad altrettante chiese Diaconali. Il Papa si scalzava a sant’Adriano, ma durante il percorso teneva in piedi un paio di pantofole : «reaccipit planellas» che abbandonava però nuovamente sullo soglie di santa Maria Maggiore. Appena il corteo entrava nella basilica, s’intonava il Te Deum, e la schola dei mappulari e dei cubicolari con acqua calda lavava i piedi del Pontefice, il quale poscia si preparava a celebrare il solenne Sacrificio.
Se Maria è divenuta Madre del Divin Verbo Incarnato, lo è stato per noi peccatori. Come dunque non sarà Ella anche la buona Madre nostra?



(Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster OSB, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano. Vol. VIII. I Santi nel Mistero della Redenzione (Le Feste dei Santi dall’Ottava dei Principi degli Apostoli alla Dedicazione di S. Michele), Torino-Roma, 1932, pp. 235-237)
Testo raccolto da Giuliano Zoroddu