Chiacchierata col Guelfo Rosa.

RS: Ha cinque minuti per parlare di Becciu (Duro colpo nella Curia bergogliana: Becciu rinuncia ai diritti del cardinalato e all’incarico di Pref. delle Cause dei Santi)? Di solito è ben informato…

GR: Ben informato, io? Suvvia, comunque ho due minuti d’orologio. Veloci.

RS: Eh, ci dica qualcosa.

GR: Ma che volete che vi dica. (Auto)defenestrato modello Videla, siamo quasi al lancio dall’aereo. Dai ragazzi, siamo seri. Leggo in giro di riscostruzioni sul giustizialismo bergogliano, sulle epurazioni in stile sudamericano, senza processo né accertamenti: tutto (potenzialmente) vero. Ma vogliamo andare oltre la punta cronachistica del naso?

RS: Proviamoci.

GR: Fanno davvero sorridere certe dichiarazioni con le quali ci si straccia le vesti per l’arbitrio bergogliano. Ma come? Ragazzi, è almeno dai tempi di Paolo VI che da Roma ci si prende la libertà di essere originali e disinibiti sul deposito immutabile della dottrina, in una sorta di assolutismo che pone il Papa oltre la Tradizione e la Chiesa e ci stupiamo che oggi qualcuno prenda questo attegiamento sul serio al punto da applicarlo alle persone? Ai tempi di Pio IX di fronte a non so quale richiesta rivoluzionaria, il Pontefice pare aver risposto “sono solo il Papa”, come dire che il suo potere aveva dei binari entro cui esercitarsi. Con i colpi di arbitrio/originalità montiniani si è inaugurata la stagione (insinuata in un territorio extramagisteriale) del “io sono io e voi non siete un…“, oggi siamo arrivati all’ io sono io e io non ho più i diritti del cardinalato. Logica conseguenza, ma molto minore delle presesse. Il problema della rivoluzione giustizialista bergogliana sta più nella “rivoluzione”, che nel “giustizialista bergogliana”. Ma per dirlo bisogna andare, appunto, oltre la punta del naso.

RS: Torniamo al solito problema.

GR: Ma sì, poi scusate: davvero è stato Bergoglio a costringere Becciu alle dimissioni? Se è così, lo si dica apertamente. Ma fino alla prova palese del contrario è Becciu ad essersi dimesso. Ben chiarendo che deve essere tenuto per innocente ed estraneo ai fatti fino all’ultimo grado di giudizio e, in caso di condanna, forse pure dopo, col beneficio del dubbio.

RS: Una mezza foglia di fico?

GR: Dai, Bergoglio mica se la cava facilmente. Cadinale e prefetto lo ha nominato lui nel 2018. Hai voglia a vederlo dimesso oggi.

RS: Ma la carriera di Becciu come sostituto iniziava sotto Ratzinger.

GR: Certo. E il macello vero iniziava col Concilio. Un testo che, in maniera un po’ colorita e pamphlettistica ma con affreschi complessivamente utili, ricostruisce il disastro è Cosa Vostra. Dalla Pro Deo alla “mafia di San Gallo”. Gli “affari riservati” della “chiesa della misericordia”. Becciu ovviamente non è nominato perché viene dopo, in tutti i sensi.

Ma di tutto questo i conservatori sconcertati e i progressisti che vogliono pulizia non parlano.


Immagine in evidenza: Kardinál Becciu na slávnosti blahorečenia Anny Kolesárovej v Košiciach 1. septembra 2018, m. / CC BY-SA