Da iltimone.org riprendiamo una lettera scritta dal cardinale Giuseppe Siri al padre redentorista Bernhard Häring (1912-1998), uno dei più rappresentativi distruttori della Teologia Morale cattolica del secolo scorso.
«Reverendo Padre,
ricevo la Sua lettera. Sono sempre pronto ad aprire un dialogo con perfetto rispetto, ogni comprensione e fraterna carità. Ritengo però dirle con assoluta franchezza:
– che non ritengo onesto il dialogo il quale cerchi il compromesso della verità certa;
– che nulla di quello che fu certo nella Chiesa può essere cambiato senza che si neghi direttamente in essa il carisma e l’assistenza dello Spirito Santo, il suo Magistero, la sua indefettibilità;
– che io, anche se ho insegnato lungamente Teologia, sono un Vescovo, ossia un Maestro, non certo infallibile, ma autentico, cosa che non sono i teologi;
– che il mondo lo dobbiamo salvare colla grazia infinita del Signore, ma non lo dobbiamo seguire, avallare, scusare nei suoi errori e nei suoi peccati.
Sono fedele alla mia Fede ed ho giurato più d’una volta in circostanze solenni di mantenerla fino alla morte.
Tanto ho detto, reverendo Padre, per lealtà verso di Lei e perché Lei non sia indotto a creder che io entro in un dialogo, cambiando qualcosa di quello che sono e che debbo essere nell’ossequio alla divina volontà.
Lei stia attento alle responsabilità che si prende, perché di queste risponderà ad Uno ben più alto di me.
Prego Dio perché la benedica infinitamente».