Nota di Radio Spada: apriamo con questo importante lettera di Miguel la serie degli interventi a commento delle recenti e aberranti dichiarazioni attribuite a Bergoglio sulle unioni civili. Buona lettura!
di Miguel
Cari Amici di Radio Spada,
che squallido teatrino. Sull’ultima pseudodichiarazione bergogliana abbiamo toccato vette altissime.
Partiamo da un dato evidente: anche se la dichiarazione fosse totalmente falsa e il video creato a tavolino, anche se la sala stampa intervenisse ora con una smentita clamorosa, cambierebbe poco o nulla. Su questo chiariamoci le idee.
Il problema nel tempo del post-Concilio (e dunque della post-verità) non riguarda il vero ma il verosimile. Non tocca il contenuto ma la modalità di diffusione del messaggio (da ieri, a giornali unificati, la versione è nota).
Del resto è lo schemino Scalfari: gran caos per dichiarazioni clamorose con tracce di rettifica (spesso indiretta) che arrivano poco, tardi e male. E intanto il gioco è fatto. Schema volontario o no cambia poco: siamo al déjà vu.
Del resto a quadrare il cerchio ci ha già pensato il fedelissmo Spadaro (direttore de La Civiltà Cattolica). L’ha risolta così: “Francesco parla di un diritto alla tutela legale di coppie omosessuali ma senza in nessun modo intaccare la Dottrina”. Che, alla luce della situazione, è un po’ come dire che Bergoglio è solidamente vegano ma senza in nessun modo rinunciare a un maiale arrosto per giorno.
Vediamo di sgobrare il campo:
- le aperture, le strizzate d’occhio, le blandizie bergogliane al mondo LGBT sono di vecchia data. Talmente ampie e note che non c’è bisogno di ripeterle.
- è in funzione di queste che i media “pompano” l’ultima notizia, chiamiamola così.
- queste passioni bergogliane sono figlie delle passioni per il mondo titpiche del vaticansecondismo.
Il caos ha quindi determinato, in particolare, tre categorie di soggetti:
- gli utili idioti: attenzione, “idiota” qui è in senso etimologico, ovvero persona “priva d’istruzione”. Del Cattolicesimo non sanno nulla se non le quattro scemenze che hanno insegnato loro in quel patetico diplomificio che è la scuola italiana postsesantottina, o che hanno appreso in quelle fucine di banalità ed errori che spesso sono i corsi di catechismo, obbligatori per preparare ai sacramenti nella “chiesa conciliare”. Si entusiasmano per ogni eterodossia. Questa volta hanno stappato lo spumante.
- i penosi pompieri: sono quelli che per placare la propria coscienza turbata, per salvare il piatto di pastasciutta a cui dovrebbero rinunicire dicendo la verità, o per spirito naïf (in questo caso sono scusati, solo in foro interno) dicono che in sostanza va tutto bene, che il comandante è perfetto e i collaboratori son cattivi, che c’è sempre un malinteso di fondo, che il marito trovato in tangenziale con la prostituta una sera sì e l’altra no era lì per mostrarle il piano stradale, che va tutto ben madama la marchesa, va tutto ben, va tutto ben. Insomma negano o ignorano l’evidenza (descritta nelle prime righe di questa lettera), provano a spegnere l’incendio. Ma fanno ridere.
- le belle addormentate: quelli che hanno ingoiato ogni eresia e adesso si svegliano all’improvviso. Hanno visto Paolo VI baciare i piedi a Melitone, Giovanni Paolo II tenere lo scandalo di Assisi e in Sinagoga coi “fratelli maggiori”, Ratzinger alla Moschea Blu (e ad Assisi 2011 e in tutte le altre salse), hanno assistito alla devastazione della liturgia, sono persino incappati nelle immagini di Bagnasco che comunica il minitante LGBT Luxuria. Hanno osservato tutto il tracollo del Concilio e del dopo Concilio, ma oggi si svegliano e si rendono conto che qualcosa non va. Buongiornissimo!
Anzi:
buonanotte.