di Massimo Micaletti

Life Site News, in un pezzo di ieri 6 ottobre, riporta una notizia ovviamente taciuta da tutti i media nostrani ma molto rilevante: in Texas, Netflix è stata incriminata per pedopornografia in relazione al film “Cuties” recentemente prodotto e trasmesso tra le polemiche. Come molti sapranno, il film è ambientato in una scuola di danza per ragazzine e le mostra in pose provocanti e in un contesto di sessualizzazione precoce e niente affatto velata: molti genitori, in Usa e in Europa, hanno reagito e tra le espressioni di dissenso più clamorose c’è l’hashtag #CancelNetflix che ha accolto decine di migliaia di retweet; una petizione di censura, su Change.org, ha superato le 650.000 adesioni solo negli States.

La pellicola, che ovviamente è stata difesa da un editorialista di “Avvenire[1], non è scabrosa solo in sé ma anche quanto alla sua produzione: per realizzarla, infatti, sono state sottoposte a casting 650 ragazzine di undici anni, costrette ad esibirsi in mosse di danza sensuali anche solo in intimo[2] affinché la regista e gli altri membri dello staff le “valutassero[3]. Insomma, un quadro molto preoccupante cui purtroppo pare ci si stia rassegnando e rispetto al quale il silenzio è forse la strategia più efficace: per questo Radio Spada non aveva finora toccato il tema, nella consapevole scelta di non dare alcuna eco a prodotti del genere.

Ora però lo scenario cambia perché, appunto, Netflix finisce sotto processo penale per diffusione di materiale pedopornografico.

Nel capo di imputazione si legge che Netflix “ha promosso consapevolmente materiale visivo che raffigura l’esibizione oscena dei genitali o dell’area pubica di un bambino vestito o parzialmente vestito che aveva meno di 18 anni al momento della creazione del materiale visivo, che fa appello al prudente interesse per sesso e non ha alcun valore letterario, artistico, politico o scientifico serio”. In effetti, sul valore artistico del film c’è molto da discutere: può ogni film, per il solo fatto di essere un prodotto di creatività, essere ritenuto di valore artistico? Questa pare essere la domanda che dovrà porsi il giudice del Texas che avrà all’attenzione il caso. Ma è chiaro che la risposta risente e risentirà del fatale allontanamento dell’arte dalla verità non solo come criterio estetico ma anche come criterio morale: se ci si allontana dal Bene, allora l’arte può far tutto e di più e di peggio.

Va aggiunto che Netflix è già stata punita dal giudice che, probabilmente, più le interessa, ossia il mercato: in effetti, a seguito delle polemiche per il film e della conseguente azione di boicottaggio, ha perso ben nove miliardi di dollari in borsa[4], seguendo un trend non proprio felice che connota il 2020 (e che sorprende dato che come altri concorrenti, avrebbe dovuto avvantaggiarsi dalla clausura covid)

Immagine da freepressjournal.in

Una chiosa, decisamente eloquente. Diversi utenti social, dinanzi all’operazione “Cuties” ed alla ostinazione di Netflix a tenere il film in palinsesto, hanno sottoposto alla Chat del Customer Service dell’emittente la domanda secca: “Supportate la pedofilia? Un sì o un no è sufficiente”. La risposta di Netflix lascia basiti: “Non possiamo davvero dichiarare nulla in proposito ma mentre noi crediamo nella libertà creativa, in Netflix rispettiamo tutte le religioni e le loro culture, tradizioni e valori”. Non c’è una presa di posizione netta e il problema di un film che ritrae ragazzine di undici anni che ballano in top e shorts è rubricato a questione religiosa ergo, coi tempi che corrono, relativa e relativistica per antonomasia. Ci auguriamo che la Corte della Contea di Tyler, Texas, non la pensi così.

Pensiamoci, prima di dare i nostri soldi a queste multinazionali e soprattutto prima di esporre noi e i nostri figli alle loro produzioni: il loro manifesto è chiaro e a questo punto sta a famiglie ed educatori agire di conseguenza.


[1] https://www.avvenire.it/agora/pagine/mignonnes-un-film-duro-ma-educativo

[2] https://www.repubblica.it/serietv/netflix/2020/09/11/news/netflix_boicottaggio_per_cuties_sessualizza_bambine-266945647/

[3] https://www.drcommodore.it/2020/08/27/cuties-parla-il-produttore-abbiamo-fatto-il-provino-a-650-ragazze-di-11-anni-prima-di-trovare-la-protagonista/

[4] https://goodsauce.news/netflix-shareholders-lose-9-billion-as-it-refuses-to-stop-sexualising-children/